Piove...

Guarda come piove!!!!!....Che fare?
Il recente evento di pioggia che ha colpito Brindisi può ritenersi davvero eccezionale!
E’ stato impressionante vedere i livelli raggiunti dall’acqua nelle strade cittadine e, in particolare, nel compluvio di via Tor Pisana.
Il problema dello smaltimento delle acque di pioggia riveste sicuramente carattere prioritario e deve essere studiato in maniera oculata tenendo conto delle opere di fognatura esistenti –largamente insufficienti- e della trasformazione del territorio frattanto intervenuta in maniera caotica.
Le costruzioni pubbliche e private degli ultimi anni hanno sicuramente aumentato le superfici impermeabili e la velocità di corrivazione dell’acqua.
Di conseguenza occorre smaltire, con maggiore efficienza, portate d’acqua superiori e ridimensionare l’officiosità delle opere di scarico finale.
Non ci sono purtroppo soluzioni immediate da porre in essere. Bisogna partire da uno studio interdisciplinare che coinvolga ingegneri idraulici, urbanisti, geologi e, soprattutto, persone che aiutino a ricostruire le opere preesistenti ora abbandonate.
Mi riferisco in particolare ad un canale di scarico che venne dismesso in occasione della costruzione della attuale stazione ferroviaria – scelta dissennata!-.
Dalla ricostruzione dei percorsi di queste antiche infrastrutture – forse- si possono trovare soluzioni più efficaci di quelle esistenti per lo scarico a mare.
Nell’immediato tuttavia qualche intervento di spesa modesta si potrebbe realizzare.
1) I sottopassi ferroviari di via Appia e via Tor Pisana
Perché non installare agli ingressi barriere mobili con movimento verticale a scomparsa nel pavimento?
Gli esempi di questo tipo sono tantissimi lungo i corsi d’acqua minori del bacino del Po; per non parlare della straordinaria invenzione –di qualche secolo addietro- dei “portoni vinciani” con i quali il grande Leonardo da Vinci riuscì a trovare il modo di impedire addirittura l’ingresso del mare nei canali in corrispondenza della foce.
Nel nostro caso se si fa scorrere verso l’alto questo sbarramento a scomparsa in occasione di un evento di pioggia eccezionale, come è evidente, si impedirebbe all’acqua di allagare i sottopassi.
Si tratta pertanto di dotare gli ingressi di ciascun sottopasso di una parete rigida –alta meno di 1 metro- che viene “estratta” automaticamente con un comando elettrico scorrendo in apposite vie di corsa a tenuta idraulica lungo le pareti di ingresso.
I costi? Verrebbero ampiamente ammortizzati dalle spese che l’Amministrazione comunale deve sostenere per lo svuotamento, senza considerare gli enormi disagi sopportati dai i cittadini.
2) Gli accessi ai piani terra
Perché non avviare una campagna di informazione rivolta a quei i cittadini che sistematicamente vengono colpiti da questi eventi invitandoli a dotarsi di sacchetti pieni di sabbia che, in occasione degli eventi, potrebbero essere sistemati davanti agli ingressi di portoni, autorimesse, negozi ecc. per impedire l’ingresso dell’acqua.
Lungo i fiumi ci si difende in questo modo da millenni allorquando si teme che il livello del corso d’acqua, crescendo, possa superare la quota di sommità arginale provocando quindi una inondazione.


Da Bologna un caro saluto ai miei concittadini....in ammollo.....
Domenico Danese