Sfatiamo un mito: il territorio di Brindisi è sismicamente attivo.

 

     La stampa ha recentemente (6/5/2012) riportato della registrazione di un terremoto fra Francavilla Fontana, Ceglie e S. Michele, di intensità pari a 2,8 della scala Richter che ha indotto “tanta paura ai piani alti” senza registrare alcun danno o feriti; anche nell’estate del 2011 si era registrato un terremoto in prossimità di Ostuni. Ho voluto approfondire l’argomento in quanto, sorretto da un’ultra trentennale esperienza nello studio del territorio della Provincia di Brindisi, ho registrato alcuni elementi tipici dell’esistenza di un’attività sismica; in particolare e proprio nel territorio di Brindisi, ho avuto modo di rilevare anomali innalzamenti di temperatura nelle falde profonde ed elementi tipici di una tettonica recente (nei tempi geologici) nella costa a nord di Brindisi, indiscutibili segni di attività.


     Sui terremoti storici si è detto molto ed a volte anche con forti improprietà, per cui ho ritenuto di non soffermarmi, dedicandomi sugli eventuali episodi sismici rilevati dal 2000 ad oggi e, quindi, in un periodo che è affatto di tipo geologico.


     La consultazione e la ricerca dei dati registrati presso l’Istituto Nazionale di Geofisica ha confermato ciò che ho sempre ritenuto certo, dal punto di vista della “tettonica” locale, il cui motore genetico è dovuto alla “orogenesi” (origine) della catena appenninica meridionale (Lucania) e che, non essendo ultimata, continua a far sentire le proprie azioni sull’asse Taranto-Brindisi.  L’analisi dei dati ha fornito risposte interessanti ed esaustive dal punto di vista delle conferme e dell’attività sismica; infatti, nel territorio della Provincia di Brindisi ed in quello di mare prossimo alle coste, dal 2000 ad oggi sono stati registrati ben 18 terremoti !!


     Tutte le registrazioni hanno evidenziato un epicentro molto superficiale e mai inferiore ai 10 Km. ed alcuni estremamente superficiali, come quello di Ostuni (2,6 Km.) e nel mare di Torre Guaceto (4,3 km); la profondità di questi terremoti evidenzia l’origine dovuta alla presenza ed alla riattivazione di “faglie tettoniche” nei sottostanti calcari, il cui spessore si ritiene sia dell’ordine dei 10-14 Km. E’ evidente che quanto più superficiale è il terremoto, tanto più l’area di interesse è limitata, anche se la quantità di energia che si sprigiona è solo concentrata nell’area di influenza.

 

     Si hanno, quindi, certezze che trattasi solo di “terremoti tettonici” e quindi di eventi dovuti alla riattivazione di faglie (rotture del terreno con movimenti) a causa delle spinte che continuano a pervenire dal vicino “avanpaese” lucano e, quindi, dall’ancora attivo innalzamento della catena appenninica meridionale. 

 

     Per fortuna le energie incamerate dalle richiamate spinte, si sprigionano con buona frequenza, evitando la produzione di terremoti di magnitudo superiore a 3 della Scala Richter e quindi tali da essere solo “sentiti”, senza produrre danni a cose e persone.

 

     In merito alla città di Brindisi, negli ultimi 5 anni abbiamo avuto n° 3 terremoti tettonici ( vicino alla Cittadella, a Sud delle Saline e nel mare fra Apani Torre Guaceto) con una profondità minima di 4,3 Km. e magnitudo massima di 2,6 Richter che, ai profani può sembrare poca cosa ma, invece, rappresentano la presenza di un’attività sismica costante ed il continuo incameramento di energie derivanti da spinte orogenetiche. La planimetria che si allega e che è tratta dall’I.N.G. riporta tutti i terremoti registrati nella direttrice Brindisi-Taranto ed individua, per la maggiore frequenza di questi nell’area tarantina, quanto sia ancora attiva la spinta dell’Appennino meridionale sui nostri territori. 

 

     In definitiva e senza indurre allarmismi, il territorio di Brindisi è interessato da fenomeni tettonici che costituiscono l’appendice di quelli, ben più rilevanti, che ci hanno interessato negli ultimi 120-140 milioni di anni e che hanno modellato la geologia profonda e più recentemente (10-14.000 anni) la morfologia superficiale, con l’attuale assetto del porto, del suo istmo e della così detta “Conca di Brindisi”, simile per genesi a quella di Taranto. 

 

     Sfatiamo, con ciò, il mito che Brindisi “non è zona sismica” e che tutti i terremoti disastrosi che hanno interessato il Salento e la stessa Brindisi, abbiano avuto genesi nelle isole greche; un terremoto molto superficiale, come quelli registrati e con maggiore energia sprigionata è in grado di produrre danni a cose e persone.

 

Brindisi 14/05/2012

 

prof. dott. Francesco Magno

 

da Istituto Nazionale di Geofisica: terremoti dal 2000 ad oggi.