Pubblicato su ”EUROMEDITERRANEO” n. 136 del 1 ottobre 2008

 

 

TRASPORTI:

SIAMO A LIVELLI AFRICANI

 

Scarsi i collegamenti, così il Convegno Internazionale della Fondazione Marisa Bellisario vola a Palermo

 

Per grazia ricevuta Trenitalia fa retromarcia e ripristina la sola fermata a Brindisi dell’Eurostar Lecce-Roma, in partenza da Lecce alle ore 5,39. Sono state le proteste che hanno sortito solo in parte l’effetto di un ripensamento da parte di Trenitalia, che aveva deciso di sospendere le fermate di Brindisi, Ostuni e Fasano. Brindisi, la città delle Valigie delle Indie, e un’intera Provincia saltate, forse per creare ad arte disagi alla popolazione e per punire una città che non vuole accettare supinamente la colonizzazione dei poteri forti. Purtroppo è il sospetto che hanno molti in città e l’abbiamo già scritto nell’aprile scorso, quando si è tentata l’esclusione dei candidati del comune capoluogo dalle elezioni politiche. Bisogna comunque essere contenti: si fermano tutti i treni merci, soprattutto quelli carichi di carbone!

 

La linea ferroviaria Brindisi – Taranto è stata chiusa nel mese di agosto, ufficialmente per lavori; poi ha chiuso per ferie anche l’impresa appaltatrice.

 

Ora è il momento delle contestazioni. Nicola Massari, noto avvocato brindisino, con una lettera provocatoria, ha indicato le forme di protesta democratiche che si potrebbero seguire. I sindaci della provincia hanno incaricato Menniti a contestare la decisione di Trenitalia presso il Ministro delle Infrastrutture, Matteoli. L’onorevole Tomaselli si è scagliato contro il Governo. L’Amministrazione Provinciale e i Comuni di Ostuni, Fasano e della Valle D’Itria sono sul piede di guerra. Il presidente degli industriali brindisini Massimo Ferrarese ha incontrato il presidente delle Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta, per ripristinare le fermate soppresse di Ostuni e Fasano. Forse sarebbe opportuno rivedere l’intera politica delle Ferrovie Italiane, di proprietà pubblica e quindi di tutti i cittadini, ma svendute non si sa a chi, come e perché. A cosa serve investire ingenti capitali, realizzare il doppio binario Bari – Lecce, migliorare le strutture, quando poi, invece di aumentare la velocità dei convogli, si saltano le stazioni, si sottoutilizzano gli impianti con il diminuire dei passeggeri e quindi gli introiti, favorendo, di conseguenza, i trasporti su gomma. Risparmia tempo il treno, ma non i viaggiatori, costretti ad utilizzare altri mezzi con notevoli disagi.

 

Non solo per i collegamenti ferroviari, ma l’intera politica dei trasporti penalizza Brindisi e indirettamente l’intero Salento. Per le destinazioni più importanti bisogna partire dall’aeroporto di Bari, 120 km da Brindisi, 160 km da Lecce, oltre 220 km da Santa Maria di Leuca. Per una destinazione fondamentale, come Milano, per problemi di orari o di Compagnie, si è costretti a raggiungere lo scalo barese, con i relativi disagi.

 

La politica ha svuotato il porto di Brindisi dei traffici passeggeri in favore di quello barese.

 

Sembra di tessere la tela di Penelope: da una parte grandi sforzi per lo sviluppo del territorio, dall’altra gli stessi sforzi vengono mortificati da decisioni assurde, illogiche e assunte da centri di potere lontani e avulsi dal nostro territorio.

 

Nell’ultimo numero di Euromediterraneo abbiamo dato la notizia del convegno della Fondazione Marisa Bellisario a Lecce il prossimo 17 e 18 ottobre. Una occasione unica per l’intero Salento, proiettato, per l’occasione, alla ribalta internazionale. In questi ultimi giorni il convegno è stato trasferito, in fretta e furia, a Palermo, “per motivi logistici e per le difficoltà nel raggiungere la città di Lecce”. Peccato, una grande occasione perduta, ma è come il cane che si morde la coda.

 

La giornalista Rosanna Cancellieri, per altri motivi, ha affermato: “qui è peggio che in Africa”. Riferito ai trasporti, forse, non ha sbagliato di molto.

 

Vito Maellaro