Il 21 dicembre 2012 non sono state versate sulla terra le sette coppe dell’Ira di Dio

 

di Aldo Indini

 

Nella Apocalisse alle tre complesse visioni dell’ Apostolo Giovanni, l’apertura di sette sigilli, suono di sette trombe, versamento,da parte di sette angeli, sulla terra, di sette coppe dell’ira di Dio, sono rimasto colpito da quest’ultima visione.

L'autore presenta sé stesso come Giovanni, esiliato a Patmo, isola dell’Egeo a circa 70 km da Efeso, a causa della parola di Dio (1.9). Secondo alcuni studiosi, la stesura definitiva del libro, anche se iniziata durante l'esilio dello scrittore, sarebbe avvenuta ad Efeso.

Le coppe rappresentano ciò che secondo l’Evangelista preannunzierà la fine del mondo; malattie, piaghe, castighi, spiriti demoniaci, distruzione e catastrofe generale.

Secondo l’ APOCALISSE 16,(da 1 a 21) si sarebbe dovuto verificare:
1 Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio».
2 Il primo angelo andò e versò la sua coppa sulla terra; e un'ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine.

3 Poi il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; esso divenne sangue simile a quello di un morto, e ogni essere vivente che si trovava nel mare morì.
4 Poi il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti; e le acque diventarono sangue. 5 Udii l'angelo delle acque che diceva: «Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, per aver così giudicato.

6 Essi infatti hanno versato il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro sangue da bere; è quello che meritano».

7 E udii dall'altare una voce che diceva: «Sì, o Signore, Dio onnipotente, veritieri e giusti sono i tuoi giudizi».

8 Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e al sole fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco.

9 E gli uomini furono bruciati dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio che ha il potere su questi flagelli, e non si ravvidero per dargli gloria.
10 Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia. Il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore,

11 e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere.
12 Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai re che vengono dall'Oriente.

13 E vidi uscire dalla bocca del dragone, da quella della bestia e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane.

14 Essi sono spiriti di demòni capaci di compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio onnipotente.

15 (Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna).

16 E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Harmaghedon.
17 Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell'aria; e dal tempio uscì una gran voce proveniente dal trono, che diceva: «È fatto».

18 E ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n'è avuto uno altrettanto disastroso.

19 La grande città si divise in tre parti, e le città delle nazioni crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della sua ira ardente.

20 Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati.

21 E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme, con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine; perché era un terribile flagello.

Ritengo l’invocazione più logica, ripresa dal Messale Romano approntato dal Concilio di Trento dovrebbe essere:

« Libera me, Domine, de morte æterna, in die illa tremenda, quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris iudicare sæculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atque ventura ira. Dies illa, dies iræ, calamitatis et miseriæ, dies magna et amara valde».

(Liberami, o Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo quando la terra e il cielo si muoveranno, quando tu verrai a giudicare il mondo con il fuoco. Sono tremante pieno di timore, in considerazione del giudizio che verrà. Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria, un giorno molto triste.)

Spero che gli uomini comprendano e si prodighino e non stuzzichino Dio, affinché la Sua Ira non si verifichi ovvero tardi a venire sul mondo.

Questo libro dell’Apocalisse, dell’Apostolo Giovanni, termina con una gloriosa raffigurazione del cielo, dove tutte le lacrime saranno asciugate e Dio sarà tutto in tutte le cose.

Tutte le profezie sulla fine del mondo, anche se differenti sono somiglianti, spetta ai posteri continuare a scegliere o rintracciare la giusta profezia anche se per i cristiani resta quella evangelica citata. Non essendo state versate Il 21 dicembre 2012 sulla terra le sette coppe dell’Ira di Dio, rigraziandoLo, auguro a tutti un migliore Anno 2013.

 

Immagini tratte da: La Bibbia, Fratelli Fabbri Editori, Mediolani1962.