A P R I L E 2013

Di preciso, non rammento il giorno. Ormai la memoria dei tempi andati è fuggita via con il veloce trascorrere degli anni. Vivo solo il presente, ma rammento bene che era uno degli ultimi giorni del mese di Aprile ed il cielo si stava rasserenando dopo le interminabili piogge. Il sole tramontato da poco, aveva ceduto alla fresca pallida sera che sbiadiva lentamente nella notte. Camminavo verso casa,alla luce delle prime stelle.

L’inverno 2012-2013 era stato in Italia ed in Europa, un inverno immemorabile per la scarsa luminosità delle giornate e la proterva pioggia che ne rappresentò la naturale e diretta conseguenza. Una sequela straordinaria e forse irripetibile di giornate caratterizzate da una bassa pressione atmosferica che determinò uno squilibrio ecologico.

La luce delle lampade pubbliche puntate verso il basso rischiaravano la strada che appariva al mio sguardo diseguale e fantastica. Il mare era una grande superficie opaca e sembrava immobile. Vi regnava il silenzio del mare nottetempo, che è silenzio anche se vi risuonano voci e rumori, perché si allargano sull’acqua tra le rive e la darsena del porto che la contengono e non turbano la solitudine. In quel silenzio ovattato, i miei pensieri divagarono sui trascorsi fatti del recente passato e ripensai a quando nell’animo di tutti gli esseri viventi, la certezza della fine del mondo era stata da tempo annunziata. Molti mesi erano ormai trascorsi da quella fatidica data, 21 dicembre 2012, che la fine di ogni cosa apportava ed il De Profundis gia si suonava su questa Terra tanto amata, mentre la tremebonda paura nel cuore degli uomini non si era ancora dileguata.

Cammin facendo, alzai lo sguardo verso il cielo che nel frattempo si era ricoperto di stelle e riflettei sulla grandezza di Iddio Creatore, che aveva radunato nel cielo,per noi uomini,tanti richiami splendenti ed al progresso dell’uomo che era riuscito a costruire telescopi immensi,capaci di consentire di vedere migliaia di stelle fino ad allora ignorate, che altro non erano che migliaia di soli, di dimensioni ed a distanze inconcepibili per la mente umana. Di conseguenza mi fu facile collegarli a quella moltitudine di eminenti astronomi che scoprirono quelle lontanissime stelle e ne fecero un elenco ed a ciascuna diedero un nome e così pensai che se un giorno le vedessimo tutte in cielo, la notte sarebbe scomparsa e così collegai a quelle stelle il nostro mondo che solo Iddio sa quando la fine di esso avverrà.

Già anni prima di quella malaugurata data, l’informazione dei mass-media, internet, diversi blog e realizzazioni cinematografiche, attraverso la divulgazione quotidiana e metodica di profezie, di teorie, di previsioni, di congetture e di fantasticherie, aveva sollevato il “ fenomeno 2012”, dove la fine del Mondo era una ipotesi ricorrente che veniva ripresentata all’attenzione del grande pubblico, suscitando a secondo della sensibilità di ognuno, incredulità,ilarità,terrore ed ansia. Riviste specializzate, quotidiani a carattere nazionale e locali, tirarono in ballo la ormai famosa teoria del Calendario Maya, secondo la quale l’Età dell’Oro ( la quinta ), terminava precisamente alla mezzanotte del 21 dicembre 2012. Ed alla pari delle precedenti altre quattro Ere, quella dell’Acqua,del Fuoco e della Terra, erano terminate provocando rovinosi cataclismi nel corso dei quali la distruzione e la morte su questo nostro Mondo regnarono sovrani.

A parere dei vari studiosi e ricercatori, questi previsti grandi sconvolgimenti erano dovuti all’inversione del campo magnetico terrestre causato dallo spostamento dell’asse del pianeta; fenomeno questo che si sarebbe dovuto ripetere il 21 dicembre 2012. Sostenendo sempre questa teoria, i ricercatori, avevano previsto che sotto quella data, la roteazione della Terra sul proprio asse, avrebbe subito uno “ STOP” della durata di 72 ( settantadue) ore, per poi riprendere a ruotare in senso inverso, con la consequenziale inversione dei poli magnetici che avrebbero consentito il verificarsi di avvenimenti disastrosi rispetto al clima, con repentino cambio di temperature e di movimenti sismici di enormi dimensioni tali da sconvolgere l’intero pianeta. Ancora maggiormente allarmistica fu la previsione fatta dagli scienziati della NASA e della National Accademy of Sciences degli Stati Uniti, secondo i quali da qualche tempo l’attività del Sole stia lentamente aumentando. Il suo campo magnetico, cambia ogni 11 ( undici ) anni, raggiungendo il suo massimo con eruzioni solari e getti di massa coronale, dai quali si sprigionerebbero grandi quantità di energia e di radiazioni che avrebbero colpito la Terra, dando luogo a tempeste geo- magnetiche . Tutto ciò,si sarebbe dovuto già verificare con un conseguente disastro di vaste proporzioni sulle strutture socio-economiche del Mondo intero, causando la caduta della nostra civiltà, considerata la globalizzazione e l’interdipendenza mondiale delle attività umane con gli apparati funzionanti ad energia elettrica , il pianeta intero,nel periodo grazie a Dio,già trascorso, sarebbe dovuto rimanere privato della energia elettrica, quindi si immagini milioni di individui e tutti i continenti con tutti gli apparati funzionanti ad energia elettrica privati di tale fonte. A causa di ciò, si sarebbe dovuto verificare un catastrofico caos nei trasporti, nelle comunicazioni, nei sistemi bancari e finanziari, nei servizi governativi, con conseguente alterazione caotica nella fornitura di acqua potabile, nella perdita di cibo deperibile e di medicinali, dovuti alla mancanza di refrigerazione.

Quindi anche se non saremmo dovuti essere totalmente annientati, saremmo nuovamente tornati in un Nuovo Medio Evo, con il quale mi ricollego per narrare dell’anno Mille,rievocando quanto lo storico Michelet ebbe a scrivere. “ Era credenza universalmente diffusa nel Medioevo che il Mondo dovesse avere termine con l’anno Mille dell’Incoronazione.” Continua il suo dire: “Figuriamoci che razza di vita quotidiana allora?” Rievocando” le antiche statue delle cattedrali del X e dell’XI secolo, smunte, mute,contratte in quella loro smorfia rigida, con quell’aria sofferente come la vita, brutte come la morte.” Con esse lo storico individuava l’immagine di quel povero mondo,dopo tante rovine; rovine dell’Impero Romano, dell’Impero di Carlo Magno e l’incapacità del Cristianesimo di porre rimedio ai mali di questo Mondo. Quindi sciagure su sciagure e bisognava per forza che succedesse qualcosa di diverso e la gente se lo aspettava. Il prigioniero rinchiuso nel sepolcrale “in pace”del tetro torrione,seviziato ed umiliato,era in attesa del suo immediato vivere; il servo della gleba, esausto dal lavoro forzato, nei campi posti all’ombra dell’odiosa torre,l’aspettava; il monaco in astinenza, chiuso nel chiosco,immerso tra tentazione e cadute, rimorsi e strani sogni, povero giocattolo nelle mani del diavolo che gli danzava intorno e la notte gli tirava le coperte, sussurrandogli nell’orecchio “ Sei dannato “,l’attendeva.

Nel suo IV libro dell’Histoire de France, Michelet,dipinge in maniera molto chiara,le sciagure fin troppo reali che afflissero l’epoca, quelle di prima dell’anno Mille e quelle successive,capaci di creare nella mente della gente gli effetti voluti per l’attesa della fine di ogni cosa,ma capaci anche di mitigare la vita cruenta e sanguinaria che in quei tristi tempi vigeva .Infatti le troppe sciagure, colpirono gli animi, restituendo loro un qualche sentimento di pietà. Rinfoderarono le spade, impaurendosi della minaccia della spada divina. Non era il caso di ammazzarsi e di duellare per una terra maledetta che si doveva di lì a poco lasciare. Non vi era più bisogno di vendicarsi del torto ricevuto, rendendosi conto che anche il nemico, come lui, doveva morire.Nel 997,in occasione della festa di Limoges,una moltitudine di persone accorsero di buon grado riversandosi ai piedi del Vescovo e si impegnarono a rimanere pacifici d’allora in poi, a rispettare le Chiese, a non versare il sangue dei propri simili lungo le strade che univano i vari centri abitati, gli uni agli altri .a risparmiare almeno chi fosse in viaggio sotto salvacondotto di sacerdoti o di religiosi. Nei giorni Santi della settimana ( dal mercoledì sera al lunedì mattina) era vietata qualsiasi guerra, si trattava di quella che si chiamava “ la Pace “, più tardi “ la tregua di Dio”. Questo addolcimento delle usanze barbare e bellicose di quegli uomini, dimostrano un cambiamento del vivere sociale e dei costumi di quella epoca tanto turbolenta, che fa percepire appena, ma ancora alla lontana il rispetto del prossimo. Pur tuttavia, nello smarrimento generale,la maggior parte della gente, trovava un po’ di riposo e di tranquillità all’ombra delle chiese. Vi furono in quelle epoca, grandi donazioni di terre, di case e di servi alle comunità religiose, e tutti quegli atti invocano uno stesso motivo: “ la sera del mondo si avvicina”. Ma più volte tutto questo non bastava a rassicurarli. Aspiravano ad abbandonare la spada ed il brudiere, segni questi dell’appartenenza alla milizia del tempo, e si rifugiavano tra i monaci nei conventi.

Non pochi furono gli storici che sostennero le paure ed i timori dell’anno Mille. Fra questi, oltre il Michelet, vi è Henri Facillon che dedica un capitolo del suo An mille, per dimostrare che quelle paure e quei timori,debbono essere esistiti. Rodolfo il Glabro che scriveva verso il 1040, prende l’anno mille come una data di partenza della sua cronologia. Lui crede nella fine del mondo e si dilunga spesso sulle calamità ed i prodigi che come le altre epoche, hanno indotto a credervi a più riprese, qua e la e temporaneamente nel corso del periodo da lui affrontato. Ed ecco cosa scrive:” Nell’anno mille dalla nascita di Cristo, violenti terremoti si verificarono in l’Europa, abbattendo ovunque solidi e magnifici monumenti. Nello stesso anno, apparve in cielo un’orribile cometa. Alla sua vista, molti di quanti credevano che si trattasse dell’annuncio dell’ultimo giorno,rimasero raggelati dallo spavento.Certuni infatti da numerosi anni si erano ingannati dichiarando che la fine del mondo sarebbe avvenuta nell’anno mille. Abbone, Abate di Fleury-sur-Loire.nel 998, scriveva nelle sue memorie,dal titolo Apologie, a proposito della fine del mondo, di aver sentito predicare al popolo in una chiesa di Parigi che alla fine dell’anno mille sarebbe sopragiunto l’Anticristo e poco dopo sarebbe seguito il Giudizio Universale. Questo è quello che racconta tranquillamente Abbone a due anni della scadenza dell’anno mille.

Ora per il sapere di quanti vorranno leggere questo mio racconto, ho voluto continuare a raccogliere e riassumere quanto quegli studiosi hanno voluto testimoniare narrando di quei tristissimi tempi, in cui tra la popolazione regnava una povertà davvero desolante ed una credenza indiscussa nella superstizione religiosa, dettata dai Chierici, che terrificava e sottometteva alla volontà di un Dio vendicatore,il quale, li puniva per i peccati commessi,attraverso eventi disastrosi per la già misera economia agricola,con periodi ininterrotti di pioggia che distruggeva i raccolti a cui faceva seguito la carestia,poi la pestilenza,il cannibalismo ed altri mali che ridussero alquanto il numero dei superstiti.

Nel 987 in Lorena ed in Renania piogge torrenziali in autunno, inondazioni che sommersero le strade,annegarono il bestiame e distrussero i raccolti. L’anno dopo, nella zona di Laon, a una canicola asfissiante seguì l’apertura delle cataratte celesti che decimò l’esercito del re di Francia,Ugo Capeto. Nel 990,si ebbe una primavera troppo secca,un estate torrida ed un autunno malsano,ne seguì una pestilenza,il tutto documentato per la Francia settentrionale,la Renania e l’Italia meridionale. Nell’autunno del 992,un tempo infernale distrusse i raccolti in Germania,dove si osservarono due aurore boreali,lo stesso fenomeno si verificò in Italia il 30 ottobre ed il 26 dicembre. Seguì poi un inverno glaciale che durò sino al mese di Aprile,lasciando quindi il posto ad una estate torrida e terribilmente secca. L’inverno successivo, giunse molto precoce e fu freddissimo,nevoso,interminabile sia in Francia fino all’Aquitania e sia in Germania. Nel 998,altre intemperie nel Nord della Germania,accompagnate nel mese di luglio,da un sisma che si fece sentire dall’isola dell’Elba sino alla foce del Reno. Poi nel 1003, si registrò una tremenda piena della Loira. Un paio di anni dopo,in Aquitania si verificarono delle siccità disastrose.seguite da eccessiva pioggia. Il fiume Vienne si riversò per tre notti su Limoges, per un tratto di due miglia. Subentra infine il silenzio dei testi sino al 1031 In quello anno la Loira straripò ed i raccolti vennero divorati da insetti parassiti che l’autore, ottimo conoscitore dell’Antico Testamento,definisce cavallette,identificandoli con quelli che avevano infestato l’Egitto ai tempi dell’Esodo. E’, a quanto pare, la seconda del triennio che ci conduce alla vigilia del millennio della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Così i monaci di Saint-Benoit-sur-Loira,annotarono nel luglio del 1032,piogge catastrofiche e,nei mesi successivi,intemperie anche peggiori. Rodolfo il Glabro,che si trovava in Borgogna, a Saint Benigne de Dijon, o forse già a Cluny, da pochi giorni ha condotto un’osservazione più ampia nel tempo e nello spazio. Abbracciando quei terribili tre anni, accenna a condizioni atmosferiche talmente proibitive che non si trovava mai il tempo giusto per alcun tipo di

semina e che, soprattutto a causa delle inondazioni “non ci fu mai il tempo di fare i raccolti”. Stando a quanto ci ha tramandato, tale calamità era cominciata nelle contrade orientali. Aveva devastato la Grecia,era giunta in Italia e di là trasmessa alla Gallia, da quel paese a tutti i popoli d’Inghilterra. Quindi il flagello ebbe ad infierire su vastissime zone dell’Europa e del vicino Oriente.

In tutte le epoche, di sicuro,ci sono state delle intemperie che hanno devastato varie parti del mondo. Ma nel X ed XI secolo,esse colpirono popolazioni che non disponevano di nessuno organismo o di organizzazioni capaci di affrontare tali emergenze. Le piene dei fiumi significavano regolarmente inondazioni, i terreni mal drenati o non drenati affatto trattenevano eternamente l’acqua delle piogge eccessive,come avviene tuttora in varie parti dell’Italia,dove i terreni sono stati abbandonati,non esisteva alcun sistema di innaffiamento o di irrigazione che consentisse di attenuare i periodi di siccità. Così stavano le cose in quei tempi. Le cattive stagioni,distruggendo per tutto un periodo di tempo l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, non potevano non provocare che carestie. Ademaro di Chabannes, riferisce che già nel 910,nella zona di Augouleme, si era arrivati ad un punto tale, cosa mai vista prima di allora che le persone infierivano le une contro le altre, per mangiarsi. Liutprando, Vescovo di Cremona,che si trovava come ambasciatore a Costantinopoli,nei suoi scritti,osserva:”l’intero paese dei Greci è in questo momento,con il permesso di Dio,in preda ad una penuria tale che non riesce neppure a procurarsi due setier (antica misura di capacità per aridi e per liquidi)di Pavia di grano per un soldo d’oro, e questo in posti in cui ancora regna una relativa abbondanza”. Periodi di siccità alternati a diluvi,intorno al 1005,provocarono, a dire di Ademaro,”spaventose carestie”.

Nell’epoca in cui il re di Francia Roberto il Pio rivolgeva le sue mire verso la conquista della Borgogna tra gli anni 1002 e 1016,il Borgognone Rodolfo il Glabro,osservava che: “una severa carestia ,dalla durata di cinque anni,incombette sul mondo romano”. Cioè sull’insieme dei paesi un

tempo sottomessi a Roma, “ al punto che non si è sentito di una sola regione che fosse risparmiata dalla miseria e dalla mancanza di pane,gran parte della popolazione morì di fame”. Si mangiano “gli animali immondi ed i rettili”, ma sicuramente non ve ne erano a sufficienza, come era accaduto nel secolo prima agli abitanti dell’Angouleme e così la gente ritorna al cannibalismo. I più deboli,naturalmente, forniscono alimento ai più forti. “ I figli ormai grandi divorano le madri,mentre le stesse madri,dimentiche di qualsiasi tenerezza,facevano altrettanto con i bambini più piccoli”. In quegli spaventosi anni 1030-1032,sembrò proprio che si fosse raggiunto il parossismo. Ed è ancora Rodolfo il Glabro,il testimone oculare più eloquente di tanto orrore. Chiuso nella sua cella, non dimentica nulla:” un moggio di semenza,là dove rendeva di più,stava al momento del raccolto un setier, e a sua volta,ne produceva un pugno scarso”.Nessuno riesce a saziarsi, i potenti e gli appartenenti alla classe media,non meno degli indigenti, i “ potenti “non hanno su chi esercitare le loro attività di “brigantaggio”. Chi abbia per caso alcune derrate alimentari da vendere,ne fissa il prezzo a suo piacimento. La cacciagione da pelo e da piuma, è stata sterminata,per cui si mangiano “carogne” di ogni sorta di cose indicibili,a ben poca cosa servono”le radici dei boschi e le erbe dei fiumi”. Ancora una volta,ciò che rimane a disposizione è la preda umana. Si tratta di una vera e propria caccia. I viaggiatori che cercano di sfuggire la carestia,vengono sorpresi per la via,trucidati,fatti a pezzi ed arrostiti; altri abbattuti e divorati da chi li ha ospitati per una notte; bambini che, attirati da un uovo o una mela loro mostrata da lontano,credendo di poter finalmente mangiare,vengono invece mangiati. Quel che è peggio,che in quell’epoca,così piena di tanti orrori,si iniziò a prendere gusto alla carne umana. Se ne andava alla ricerca persino tra i cadaveri da seppellire. Il raro bestiame sopravvissuto rimasto incustodito era meno in pericolo degli esseri umani. A Tournus, qualcuno ritenne di poter spingere questa inumana logica,vendendo al mercato carne umana già cotta. In effetti aveva esagerato. Venne catturato e dato

alle fiamme.La sua mercanzia venne seppellita sino a che uno affamato la riesumò, la mangiò e,scoperto a sua volta,fu mandato al rogo anche lui. Del medesimo castigo fu vittima un altro “uomo molto malvagio”,una specie di orco che infieriva nei boschi dello Chatenet,nella zona di Macon. Questi,aveva la sua abitazione in una casupola posta nelle immediate vicinanze di una chiesa isolata,ma a quanto sembra abbastanza frequentata.Chi si fermava accanto a lui, o semplicemente transitava nei paraggi era perduto.Aveva già digerito ben quarantaquattro delle sue vittime e le cui teste stavano marcendo gettate per terra in fondo alla sua capanna,quando un pellegrino più robusto e forte di lui riuscì a sfuggire dalle sue mani. Ottone III, Imperatore e re di Germania,venuto a conoscenza del fatto, mobilitò tutti gli uomini disponibili ed il cannibale venne catturato, portato a Macon ed affisso ad un palo in un granaio. I monaci dei dintorni di Cluny lo videro con i loro occhi arrostire su di un rogo.

A causa della tremenda carestia,l’inedia non fu l’unica causa di morte precoce,erano corresponsabili anche le epidemie,per non parlare naturalmente di tutte le malattie personali che non si era in grado di curare. Quindi in quella tanto tenebrosa e tanto oscura epoca, paura,pestilenza e cannibalismo regnavano sovrani ed incontrastati sull’intera Europa sino allo giungere dell’anno 1033 che sembra abbia segnato il termine di una lunghissima serie di calamità. Così il cielo tornò a divenire sereno,la terra diventare fertile e verdeggiante e ciò fu possibile solo allo scadere dell’anno mille dalla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Sembra impossibile pensare che la natura ridiventi nuovamente clemente con il millennio corrispondente all’anniversario della Redenzione,eppure è cosa certa,infatti in tutte le cronache,i richiami alle calamità cominciarono a rarefarsi parecchio a partire dall’anno 1033.

A parte la carestia che aveva dimezzato l’intera popolazione di quell’era tanto macabra e triste,fu la frequenza dei fenomeni celesti che turbarono maggiormente l’immagine collettiva. Evidentemente

allora non si verificarono più eclissi solari o lunari di qualsiasi altro periodo ed altrettanto vale per le comete e gli aeroliti. Il fatto notevole è l’attenzione di paura estrema ed il significato attribuito loro dalla gente a colpire noi posteri. Certamente l’immaginazione collettiva volle esagerarne talvolta le dimensioni ed a scorgervi oggetti loro familiari,quali la spada ed il drago,che rimanevano pur sempre terrificanti,ad incutere “la grande paura” nella gente,incapace di accettare al riguardo spiegazioni di ordine razionale. La scienza dell’epoca,era ancora molto lontana dal riuscire a fornire una spiegazione dei fenomeni naturali. Non esistendo alcun organismo economico che regolasse i mercati,non ci si accorgeva che le disgrazie alimentari o di altro genere derivavano in larga misura dalle debolezze disorganizzative dell’economia di quei tempi e dalla povertà delle acquisizioni tecniche. Alcuni, i più numerosi educati in preda a superstizioni primitive,subivano senza capire quanto ritenevano capriccio di forze occulte e misteriose. Altri,i chierici , portati per professione a ricondurre ogni cosa alla volontà divina presupponevano l’esistenza di una qualche logica: Dio puniva gli uomini per i loro peccati. A tale proposito, Rodolfo il Glabro definì la grande carestia degli anni 1030-1032,una “sterilità vindice”, attribuendo la colpa ai prelati che si arricchivano con mezzi vergognosi, al “raffreddamento della carità cristiana” ed al “ridondare dell’iniquità nel cuore degli uomini smisuratamente pieni di se,a provocare l’inconsueta frequenza delle disgrazie”,intorno all’anno mille e dopo,in “ogni parte del mondo”.

Facendo la somma di tutte le calamità e dai fantasmi da esse suscitati nella immaginazione della gente non si può evitare la sensazione che le tre o quattro generazioni che ebbero a conoscere l’anno mille,vissero in un clima di parossismo. Né prima e né dopo,perlomeno fino alla grande peste nera del XIV secolo ed alle sciagure della guerra dei cento anni,si ritrova nella storia,una concentrazione analoga di miserie e di paure spaventevoli.

Ma per quanto frequenti che fossero, disastri e prodigi sconcertanti non erano ininterrotti nel tempo. Difatti i decenni che inquadrano il millennio,hanno conosciuto periodi relativamente clementi,durante i quali la gente condusse una vita quotidiana tranquilla.

Passò l’anno mille e l’umanità si rassicurò e sperò di poter durare ancora a lungo. Si riscosse dall’agonia,riprese a vivere, a lavorare,ad edificare in primo luogo le chiese di Dio.

Negli anni successivi, quasi in ogni parte della terra,ma soprattutto in Italia ed in Francia,si videro ricostruire gli edifici delle chiese. Benché la maggior parte,non ne avesse alcun bisogno,perché già ben costruite, una vera e propria emulazione spingeva ogni comunità Cristiana ad avere una chiesa più rappresentativa di quella della comunità vicina. Si sarebbe detto che il mondo stesso si scuotesse da dosso la sua patina di vetustà,per indossare dappertutto un bianco manto delle nuove chiese. Un testo famoso,ci mostra in tutta evidenza come l’alba dell’XI secolo,all’indomani dell’anno mille costituisca un periodo di intenso rinnovamento per l’architettura religiosa.

Altri storici,vissuti nei secoli successivi,chiamando in causa l’Apocalisse di Giovanni,sostennero che i terrori del millennio furono una delle tante vecchie leggende,ma essa non fu affatto una leggenda. Una leggenda è il ricordo magnificato di un grande momento della storia degli antenati,in cui il loro vigore,il loro eroismo alle prese con prove gigantesche che essi riuscirono a padroneggiare con l’intervento divino o celeste, esaltano nel cuore di un popolo il sentimento di un destino eccezionale.

Dopo l’anno mille,nessuna altra generazione ha sentito tanto parlare della fine del mondo.Vi sono molte specifiche voci che ritengono con molta probabilità che il mondo finirà sicuramente in un olocausto nucleare, mentre altri pensano che possa essere l’inquinamento a causare la fine,mentre altri ancora ritengono che la disastrata economia del momento possa far precipitare nel caos le

immense masse dell’umanità coinvolgendole in una rivalità reciproca che le condurrà a rivoltarsi le une contro le altre.

Queste sono le vere ragioni che condurranno sicuramente l’umanità ad una probabile sua stessa distruzione.

E’ pur vero ed è la Sacra Bibbia che ce lo spiega. Ai tempi di Noé vi fu un mondo divenuto troppo malvagio che finì. Infatti la Bibbia così recita: “ Il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu mondato dall’acqua”, ma la Bibbia dice pure che il Signore Iddio,non si trattenne dal punire il mondo antico,ma conservò Noè,uomo giusto, quando portò il diluvio su un mondo di malvagi. Quindi, non significò la fine dell’umanità. Noè e la sua famiglia sopravvissero al diluvio universale e così anche il pianeta Terra ed i cieli stellati continueranno ad esistere. Fu solo il mondo dei cattivi ed un sistema di cose malvagie che ebbe a perire. Poi i figli di Noè crebbero e si formò un altro mondo. Questo secondo mondo, ha continuato ad esistere fino ai nostri giorni, anche se la sua storia è stata costellata da guerre,da criminalità e da violenze di ogni genere. La religione Cristiana derivata dagli insegnamenti della parola di nostro Signore Gesù Cristo, ci insegna che Egli, l’Altissimo parlando dei giorni di Noè,ne parlò come di un esempio di ciò che sarebbe accaduto,poco prima della fine di questo nostro mondo. E’ interessante sapere che quando Gesù parlò dei giorni di Noè avvenne in risposta alla domanda degli apostoli:” Quale sarà il segno della Tua venuta e della fine del mondo?” Ora il termine greco della “venuta” è parousia,che significa “presenza”. Perciò quando si sarebbe visto “il segno”, avrebbe voluto dire non che Gesù sarebbe venuto presto ma che era già tornato ed era presente. Avrebbe significato che aveva già cominciato a governare invisibilmente come re celeste e che avrebbe sconfitto il malvagio ( dall’Apocalisse di Giovanni,salmo 110;1.2).

Gesù descrisse “il segno”,ma non indicò solo un avvenimento. Descrisse molti avvenimenti e fatti che si sarebbero verificati nel mondo. Tutti questi fatti avrebbero avuto luogo nel tempo che gli scrittori biblici chiamarono “ultimi giorni”. Considerate alcune delle cose che Gesù predisse, esse avrebbero contrassegnato gli “ultimi giorni”. “Sorgerà Nazione contro Nazione e Regno contro Regno ( Matteo 24:7). Nei tempi correnti, la guerra ha raggiunto dimensioni maggiori che in qualsiasi altro periodo. La prima guerra mondiale iniziata nel 1914,fu la prima guerra che coinvolse la totalità degli uomini della Terra. La seconda guerra mondiale fu molto più distruttiva della prima. La Terra continua ad essere devastata da incessanti conflitti ed il terrorismo,anche se viene efficacemente combattuto,pone il mondo intero in uno stato di continua tensione e di allerta quotidiana che rompe in maniera violenta il vivere tranquillo della gente. ”Ci sarà penuria di viveri” (Matteo 24:7). Negli anni del 1920,dopo la prima guerra mondiale,vi fu una depressione economica alla quale seguì una carestia che venne considerata come la più catastrofica della Storia. Fu la grande depressione del 1929 nella Nazione più ricca del mondo,l’America,alla quale fece seguito quella della Germania che ridusse sul lastrico milioni e milioni di persone,causando in Germania quotidianamente numerosi suicidi,provocati dalla disperazione di non poter disporre neanche della moneta sufficiente per l’acquisto del pane,si pensi che nel cambio un dollaro valeva svariati milioni di marchi ed oggi l’Africa e l’America Latina,dove migliaia e migliaia di bambini muoiono di stenti e di malattie. Basti pensare che un quinto della popolazione terrestre soffre a causa della denutrizione,che come un flagello uccide circa 14 milioni di bambini all’anno.

“ Ci saranno grandi terremoti ( Luca 21:11). In media dall’inizio del secolo scorso sino ai nostri tempi, sono morti per i terremoti circa dieci volte più persone all’anno che nei secoli precedenti. Prendiamo in considerazione,solo i maggiori esempi. Migliaia di morti nel terremoto di Messina del 1908; in Cina nel 1920 circa 200.000 morti; 1922 in Giappone 140.000 morti tra i quali.migliaia e migliaia di dispersi; 1939 in Turchia circa 82.000 morti; 1970 in Perù 66.800 morti;1976 in Cina circa 240.000 vittime ed infine Haiti circa 600.000 morti.

“In un luogo dopo l’altro pestilenze”(Luca 21:11). Partendo sempre dalla prima guerra mondiale.21 milioni di persone morirono per l’influenza spagnola e mai in tutta la storia dell’umanità,la morte aveva colpito con tanto durezza e rapidità. Da allora altre pestilenze hanno colpito il genere umano,tumori,cardiopatie,AIDS e molti altri flagelli hanno ucciso centinaia di milioni di persone.

“Aumento dell’illegalità”( Matteo 24:12). Sempre a partire dagli inizi del secolo XX sino ad oggi il nostro mondo è stato contrassegnato da un sempre più crescendo di criminalità,violenza ed incidenza mafiosa che approfittando sempre di più che il pendolo del tempo della Giustizia,semplicemente non c’è, e quindi la malavita o il malaffare possono procedere a tempo indefinito nelle loro azioni nefande e delittuose,così avviene che i diritti del malavitoso vengono pedissequamente rispettati mentre quelli delle vittime annullati.Ciò significa che il malavitoso può continuare,senza tema di doverne pagare il fio, a rubare,violentare,incendiare ed uccidere chiunque egli voglia,sia per il sadico gusto di fare ciò e sia per appropriarsi dei beni altri.Questo ha portato gli anziani,le donne ed i bambini,cioè quelli della fascia più debole della società a non sentirsi più sicuri per strada neppure d giorno,mentre la sera in molte delle maggiori città,per paura se ne stanno barricati in casa con le finestre e le porte sprangate.

Questi ed altri, furono i segni che nostro Signore Gesù Cristo predisse e che si sono verificati,ma tutto ciò ci dice realmente che la fine del mondo sia stata tanto vicina come lo fu per l’anno mille,quando quei segni ebbero ad avverarsi? Credo proprio di no!

Come non avvenne allora,non è avvenuto sotto la data profetizzata del 21 Dicembre 2012.

L’Apocalisse, Dio non la vuole e non la volle allora,mentre gli uomini di questo nuovo millennio,ormai,possono realizzarla,in quanto con le loro armi nucleari,con le loro armi chimiche e batteriologiche,sono in grado di scatenare la fine di questo nostro tanto amato pianeta.

Facendo una riflessione del tutto realistica sulla situazione attuale,guardando gli albori di questo muovo millennio,in una civiltà multi etnica e multi culturale,oggi.meno che in qualsiasi altra epoca, dovremmo essere autorizzati a pensare con commiserazione ad un mondo in preda al terrore.

Ma come la Storia dimostrerà abbondantemente in seguito,parecchi segnali di questo nostro tempo,fanno ritenere che nei prossimi decenni verrà un mondo migliore,che apporterà un cambiamento di costumi che si rifletterà sulla vita sociale dell’umanità intera,che condurrà sicuramente al rispetto degli altri, sinonimo di quella fratellanza comune tanto decantata e mai attuata, ad un benessere economico allargato a quei paesi che oggi ne sono esclusi,con particolare riferimento a quel continente tanto martoriato e dilaniato che è l’Africa.

Ora,miei lettori,vogliate elevare con me un canto di lode eccelsa al nostro Iddio Unico, pieno di amore e di misericordia,che ha creato dal Caos questo nostro mondo ,assieme ad altri infiniti, ha inviato su questa nostra Terra il proprio figlio prediletto per redimerci dai peccati e nella sua immensa bontà,non volle e non vuole che tutto abbia fine.

Nel contempo,affermando con convinzione che l’arrivo dell’Apocalisse è ancora lontano,che il destino dell’umanità e dell’intero pianeta permane nelle mani del Signore ed a Lui fiduciosi dobbiamo abbandonarci, mi piace concludere questo mio racconto con le parole di Rodolfo il Glabro che così terminò il suo primo libro delle sue “ Storie”: “ E si ritiene che la settima ( epoca) vedrà la fine dei tumulti di questo basso mondo,perché sicuramente tutto ciò che ha avuto un inizio ha altresì nell’artefice della propria esistenza la fine che più si addice al suo riposo”.

 

 

Brindisi, 29 Marzo 2010.

 

Antonio TRONO