Brindisi, 8 giugno 2013

                                                                                           Egr. Sig. Sindaco Mimmo CONSALES

                                                                                           Palazzo Granafei – Via Duomo

                                                                                           72100  BRINDISI

 

OGGETTO: Una rinunzia da condividere.

 

Dalla Rubrica LaPugliaCheScrive, nella cronaca di Info SALENTO, ho appreso: Corsa a capitale della cultura. Brindisi rinunzia per Lecce. Un passo indietro per Brindisi, uno scatto avanti di Lecce. Il sindaco Mimmo Consales rinunzia alla candidatura a Capitale della Cultura e fa spazio alla capitale del Barocco. Lecce, dunque sarà l’unica città, per il Salento, a presentare – entro il 30 settembre prossimo – la candidatura. Lo ha deciso ieri con una delibera la giunta sgombrando il campo da qualsiasi punto di debolezza su più candidature per un unico territorio.

 

Per me non è stata una novità quella della rinunzia alla candidatura, ma come trovare la scappatoia per potersi tirare indietro da una impreparazione ed evitare una brutta figura in campo europeo. Ottima, per tirarsi fuori, quella “più candidature per un unico territorio” favorendo la capitale del Barocco e ne auguro il risultato.

 

Il 26 gennaio 2009 il sindaco Domenico Mennitti ha inviato una lettera al Ministero per i Beni e le Attività culturali e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministero per gli affari esteri, per annunciare la volontà dell’Amministrazione Comunale di candidare Brindisi al riconoscimento di “Capitale Europea della Cultura”. Risoluzione            n° 1622/2006CE del Parlamento Europeo per gli anni dal 2007 al 2019.

 

Dalla copiosa lettera la mia attenzione cadde sul ritenere: In questi ultimi anni, infatti, sono stati restituiti alla pubblica fruizione e sono divenuti meta costante di studiosi e visitatori molti beni monumentali della Città, evidenziando una stratificazione storico-culturale che va dall’età greca e romana sino all’architettura contemporanea.

 

In particolare ritengo positivo l’aver evidenziato  la stratificazione storica culturale che va dall’età greco romana sino all’architettura contemporanea.

 

Ad un incontro presso l’Archivio di Stato la sera del 23 giugno 2006 anticipavo al Sindaco Mennitti di scrivere la metamorfosi storica delle Colonne del Porto di Brindisi; non notai comunque in quella occasione, parole che incoraggiassero la mia ricerca, poiché il sindaco Mennitti ebbe a dire « che non sembrava forse opportuno sconvolgere fatti che appartengono da secoli al patrimonio storico della memoria cittadina».

 

Ma il concetto viene mutato poiché l’ Amministrazione Comunale di Brindisi, retta dal Sindaco Mennitti, fa emergere nel suo programma politico un richiamo alla cultura di un popolo così legato alla sua memoria storica.

 

Un opuscolo  pubblicato da parte del Settore Beni Culturali del Comune di Brindisi riporta quanto ritenuto opportuno dalla  Regione Puglia, che si propone quale obiettivo quello di migliorare il livello di conoscenza e di fruizione pubblica del patrimonio culturale della nostra regione.        

 

Per mantenere fede al programma intrapreso, nel settembre 2007 il Sindaco Mennitti, insedia una commissione di studio di illustri docenti in campo nazionale affinché non vi siano più dubbi Sulla collocazione di monumenti nel contesto storico di  origine: le colonne terminali della via Appia.(Brundisium.net, approfondimenti, dell’ 01/10/2007).

 

A detta commissione il 15 ottobre 2997 inviai la documentazione storica  inerenti “ Ad Erculis Columnas” in sintesi due riferimenti sulla Storia Romana  di Appiano e Cassio Dione e alcuni cenni,recenti, sulla concessione della colonna a Lecce di un mio libro.

 

“Appiano, storico greco del II secolo, nato ad Alessandria d’Egitto, ( 126 d.C.) si trasferì a Roma durante il regno di Adriano e scrisse una Storia di Roma in 24 libri. Secondo Appiano, le Colonne d’Ercole,  rimontano all’epoca di Lucio Silla, il quale, memore della fedele cooperazione dei brindisini durante la guerra sociale e degli aiuti personali da questi prestategli quando, reduce dall’Oriente (85 a. C.) dovette fronteggiare il partito di Mario, esonerò Brindisi di ogni tributo verso la Repubblica e ne procurò l’abbellimento edilizio, facendo trasportare dall’Egitto quelle due colonne.
Nella Storia Romana di Cassio Dione (163- 229 d.C.), si legge (LI – 19) che i romani, al termine della via Appia, innalzarono a Brindisi l’arco di Augusto, eretto per decreto del Senato romano emesso nel 29 a.C..”

Aldo Indini. Cenni sul libro “Dagli atti di concessione e ratifica la storia della colonna del porto di Brindisi data a Lecce”. (dicembre 2002). Atti notarili, delibere comunali, note del Viceré.
 

Il 12 gennaio 2008 nella conferenza stampa del Sindaco Mennitti, sul risultato della commissione ascoltiamo:

 - Le colonne erano il simbolo di una città che si rivolgeva al mare; - Le colonne non rappresentano il punto terminale della via Appia; - La colonna che da 500 anni è a Lecce non tornerà a Brindisi;- Non ne verranno costruite nuove per rimpiazzare la mancante. (Quotidiano, cronaca di Brindisi del 13 gennaio 2008) 

 

Il giorno successivo mi sono recato su quella piazzetta delle colonne per rileggere quella lapide posta sulla casa dove nel 29 a. C. moriva Virgilio che inizia così: QUI AI TERMINI DELLA VIA APPIA PUBLIO VIRGILIO MARONE ……L’ULTIMA VOLTA’ SALUTO’ LA SATURNIA TERRA ……, ovviamente come termine della via Appia il saluto era riferito nelle vicinanze, dove il canale Cillarese sfocia al mare.

 

La lapide di Virgilio riporta la data della sua collocazione “ottobre MCM” (1900), mentre un turista inglese ci faceva notare che la targa era stata collocata, secondo la sua guida, nel 1929, scompenso dovuto al fatto che nel 1945 il sindaco Lazzaro, per far scomparire ogni ricordo dell’Era Fascista fece eliminare anche i 29 anni.

 

Rimasi, invece, turbato dalle risate di alcuni turisti cinesi all’uscita del fabbricato che custodisce la casa di Virgilio,vedendo realizzato dietro l’arco di ingresso dell’epoca, il bagno dell’inquilino del piano terra.

 

Fu così che decisi la pubblicazione della “Metamorfosi di un monumento – Le Colonne del Porto di Brindisi” (Brundisium.net approfondimenti  del 05/07/2008 – PugliaTV – Gazzetta del Mezzogiorno – Quotidiano di Puglia – Senza Colonne – Eco – Paese Sera ) – di cui lascio il commento a quanto riportato da PugliaLibre il 10 luglio 2008 che nella rubrica la “PugliaCheSscrive” riporta la cronaca giustifica il comunicato del Sindaco Mennitti (Mimmo 1°) dal palazzo GRANAFEI sulle colonne che non sono il termine della via Appia, al comunicato del Sindaco Consales (Mimmo 2°) che, dal Palazzo NERVEGNA, annunzia la rinunzia a Brindisi Capitale della Cultura.

 

Probabilmente il Palazzo Granafei e quello che prospetta sulla Via Duomo con sovrastante il portone di accesso lo stemma dei Granafei, mentre quello successivo che contiene la sala della riproduzione bizantina della colonna romana sarà il Nervegna.

 

Metamorfosi di un monumento – Le colonne del porto di Brindisi è il titolo del quaderno realizzato da Aldo Indini e che l’Unione cattolica italiana tecnici di Brindisi (Ucitec) presenta questa sera alle 19.30, presso il salone «San Michele» a Brindisi (piazza Duomo, annesso alla Basilica Cattedrale). Ad introdurre sarà il presidente del sodalizio, ing. Donato Caiulo, mentre ad illustrare il contenuto del quaderno sarà lo stesso Indini che, meglio di chiunque altro, comunicherà la sua proposta. Essa è sostanzialmente proposta di ricerca e di impegno per non lasciare cadere l’argomento nel dimenticatoio: «è dunque importante – scrive l’autore nella premessa – che una équipe di esperti si prenda cura della ricerca», mentre in queste pagine egli ha proposto interrogativi di ricerca, perchè – ha scritto – quando pubblicò la precedente ricerca «non sembrava fosse opportuno “sconvolgere fatti che appartengono da secoli al patrimonio storico delle memoria cittadina”».

E queste pagine, dunque, sono la logica conseguenza di quanto Indini ha scritto in passato. Lo ricordiamo, sull’argomento, prima con La leggenda delle colonne del porto di Brindisi, quindi – invitato a pubblicare un «Chartularium» con i documenti da lui citati – con un’edizione accurata dei documenti secenteschi della «Pratica». Quella ricerca si chiamava «dagli atti di concessione e ratifica la storia della colonna del porto di Brindisi data a Lecce». Adesso, in queste nuove pagine, Indini parte dal 15 ottobre dello scorso anno, giorno in cui si rivolse alla commissione scientifica, e percorre a ritroso un cammino, citando documenti, spigolando qua e là, anche mezzo rigo di fonte documentale o di scritto, utile a far proseguire la ricerca. Ripercorre la vicenda dei blocchi consegnati a Lecce, studia soprattutto il percorso «della “metamorfosi” di un monumento»; nota come «da “Colonne Romane” si giunge al nome “Colonne del Porto” nel riferimento riguardante l’ammaraggio degli idrovolanti preso l’idroscalo, i cui hangar erano stati costruiti durante la prima guerra mondiale per i dirigibili». Ed ancora si sofferma, con dovizia di particolari sul periodo in cui la città fu ricostruita, nel medioevo, ai tempi del protospatario Lupo. Sono pagine dense ed argomentate, quelle di Indini, che confrontando autori afferma: «Vi è certamente un vuoto da colmare tra i documenti rinvenuti, al fine di accertare le differenti interpretazioni fornite. Necessita appurare se dalle fonti emergano dati discordanti, verificare analogie e divergenze. Da questo lavoro potrebbero riemergere eventi e personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella ricostruzione della storia delle nostra città. Apriamo dunque – conclude – nuove strade ad una ricerca da approfondire…».

Un cordiale saluto da Aldo Indini ex dipendente comunale appassionato di storia locale.

Primo stemma
Primo stemma