Infiltrazioni d’acqua nei muraglioni comunali del monumento al Marinaio d’Italia

 

Comm. Geom. Aldo Indini

Ex dipendente del Comune di Brindisi

Via N. Magaldi n. 1 - 72100 Brindisi

 

Brindisi, lì 10 gennaio 2012

 

Al Sig. Prefetto Dott. Bruno Pezzuto

Commissario Prefettizio del Comune

Palazzo Granafei

72100 - Brindisi

 

E p. c. Al Comando Marina Militare

Castello Svevo

72100 - Brindisi

 

OGGETTO: Infiltrazioni d’acqua nei muraglioni comunali del monumento al Marinaio d’Italia.

 

Ritengo opportuno informare la S.V.sulla necessità d’intervento da parte di Codesta Amministrazione sulle infiltrazioni d’acqua nei muraglioni comunali del monumento al Marinaio d’Italia, premettendo le motivazioni del perché la presente è inoltrata alla S.V.Ill.ma.

 

In data 22 dicembre 1934 – Anno XIII era stipulata la convenzione, a forma privata, tra la Regia Marina e il Comune di Brindisi, circa la gestione patrimoniale e d’uso del Monumento al Marinaio d’Italia.

 

Detta convenzione premette che: a seguito della cerimonia del 4 novembre 1933-XII, la Lega Navale faceva la consegna del Monumento al Marinaio d’Italia alla Regia Marina, e poiché il monumento stesso sorge su suoli provenienti, in parte dal demanio e in parte da proprietà privata acquistata dal Comune di Brindisi, si rende necessario disciplinare, con apposito regolamento i rapporti tra Regia Marina ed il Comune di Brindisi.

 

Poiché il Comune di Brindisi si assunse l’espropriazione di terreni privati per la formazione di parco e piazzali oltre che la costruzione dei muraglioni delle zone prospettiche e laterali del Monumento, opportunamente la Lega Navale, confermando al Comune la proprietà dei parchi circostanti e dei Bastioni, proponevano che al Comune stesso fosse affidata la sorveglianza di tutto quanto non costituisce il Monumento propriamente detto, riservando alla Regia Marina la manutenzione e la custodia del vero e proprio Monumento, comprese le strade laterali, quelle di accesso alla Cripta e le terrazze che conducono alle piazzuole dei cannoni.

 

Con l’art. cinque: al Comune affidata la custodia e manutenzione dei piazzali superiori e inferiori con parchi e giardini, e dei bastioni laterali del Monumento, mantenendo alle suddette località le caratteristiche di pubblico dominio con le limitazioni derivanti dallo speciale uso cui le suddette zone sono destinate. (Furono così realizzate dal Comune anche le due pinete sovrastanti confinanti con i relativi piazzali).

 

Con l’art. sei: sono a carico del Comune le spese concernenti, la manutenzione e sorveglianza dei giardini alla pubblica illuminazione dei piazzali limitatamente alle necessità del transito e quello derivante dalla buona conservazione e manutenzione dei manufatti dei bastioni laterali e delle strade di accesso.

La convenzione era sottoscritta il 22 dicembre 1934 – Anno XIII per il Comune di Brindisi dal Podestà Corradino Panico-Sarcinella e dal Rappresentante dell’Amministrazione M. Marittima Cap. Umberto Cianura, (poco leggibile) approvata e resa esecutoria con D.M. n. 139 in data 18 gennaio 1935 – XIII, comunicata al Comune di Brindisi con dispaccio n. 1448 del 1° febbraio 1935, giunto a Brindisi il tre dello stesso mese, convenzione registrata a Brindisi il 13 febbraio 1935, al n. 3918 – Vol. 75 – Md. 2.

 

Da quanto innanzi scaturisce: poiché il monumento stesso sorge su suoli provenienti, in parte dal demanio e in parte da proprietà privata acquistata dal Comune di Brindisi, la sola stele del Monumento, la scalinata di accesso alla Cripta, le due gradinate laterali e le due terrazze dei cannoni sono state consegnate alla Marina mentre, tutta la restante opera piazzali e giardini illuminazione e accessi sono di proprietà del Comune.

 

Dubbi sono sorti quando nel 1936, con la progettazione da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale del prolungamento del Viale Duca degli Abruzzi sino al mare, compresa l’espropriazione dei terreni laterali per la realizzazione del Parco della Rimembranza dei Caduti del Mare, l’Ingegnere Capo del Comune Ugo D’Alonzo, comunica al podestà Corradino Panico Sarcinella che, con la realizzazione del Monumento al Marinaio e sistemazione delle sovrastanti zone adiacenti, non erano stati espropriati i suoli di proprietà della Capitolo della Cattedrale. In breve l’esproprio aveva interessato solo quanto sufficiente per la realizzazione del ceduto alla Regia Marina.

 

La segnalazione dell’Ingegnere Capo venne ignorata e non ebbe seguito alcuno con eventuali integrazioni o accertamenti sugli espropri effettuati con aggiornamenti catastali facendo, nel tempo, scemare e porre dubbi sulla convenzione.

 

Il 29 maggio 1964 il Sindaco Vitantonio Bruno inaugurava l’ampliamento del parco giochi comprendente l’ampia pineta, realizzata nel 1933 dal Comune tra le opere annesse alla realizzazione del Monumento al Marinaio.

 

Mentre si provvedeva alla rettifica dei confini, tra la pineta e un suolo successivo di proprietà della Capitolo della Cattedrale di Brindisi, emerse che anche la pineta, nella quale era stato ampliato il parco giochi, era di proprietà della Capitolo della Cattedrale, mai espropriato dal Comune.

 

Come dipendente comunale preposto, iniziai un’affannosa ricerca protesa per badare a quanto necessario per la risoluzione del problema e porre fine a discordanze.

 

Il suolo della pineta, ritenuta comunale a tutti gli effetti, ricade nella zona Casale denominata “Posillipo”, comprendente gran parte dell’area utilizzata per la realizzazione del Monumento che, alla fine del 1700, era di proprietà, incolta, del capitolare Canonico Pietro Bonavoglia che, con legato, lo cedeva alla Capitolo della Cattedrale, con prescrizione della destinazione a coltivazione.

 

Nell’anno 1832, con atto accertato presso l’archivio notarile di Lecce, il Capitolo concedeva in enfiteusi al livellario sig. Ercolini, i terreni coltivabili, con obbligo di piantare vigneto, canone in natura e scissione del contratto, nel caso in cui per due anni consecutivi, il livellario non avesse consegnato i frutti dovuti alla Capitolo.

 

A causa della peronospora, il livellario venne meno al pattuito e, con sentenza del Pretore nell’anno 1929 il Capitolo ritorna in possesso dei suoli.

 

Nella parte iniziale del Viale duca degli Abruzzi, a partire dal Monumento, è ancora visibile la “fineta” (limite di confine della proprietà comunale, pineta ad Est e della proprietà Capitolare pineta ad Ovest) posta sul marciapiede opposto al Bar “La Capannina”.

 

Poiché attraverso la pineta a seguito di “tratturo” si accedeva a un vigneto confinante sempre di proprietà Capitolare, a seguito di richiesta del Sac., Mario Guadalupi, Amministratore dei Beni Ecclesiastici, l’Assessore Delegato, l’Avv. Armando Attolini, a seguito di perizia tecnico quantitativa dello scrivente, propose alla Giunta Municipale, l’acquisto dei suoli compreso quello confinante con il parco giochi, sempre di proprietà del Capitolo, ove oggi è realizzato il pattino dromo. La pratica veniva finita intorno all’anno 1967.

 

Anche se nel catasto storico risultati frammenti di suolo del Capitolo della Cattedrale, (vedi, catasto storico, largo confinante con l’accesso arcate monumento lato Est), il Capitolo si asteneva da altre richieste, ne pervenivano richieste alcune di eventuali proprietari, o aventi diritto, rimanendo così la convenzione nella sua piena efficacia.

 

In questo periodo la Marina Militare provvede con cinque guardie giurate ai servizi inerenti la visita al monumento e relativa guardiania dell’opera, oggi ridotta a una unità, ma installate telecamere di sorveglianza.

 

Negli anni settanta il Comune, ritenuto proprietario del piazzale sottostante il Monumento, fatta salva la fascia demaniale in basolato sulla cui banchina veniva vietato l’ormeggio da parte della Capitaneria di Porto, realizzava gli ampi giardini di cui detiene la manutenzione, provvedeva, inoltre all’impianto d’illuminazione del Monumento e installazione di sedili, mentre l’Amm.ne Provinciale realizzava l’ara votiva la cui fiamma alimentata a gas mediante un deposito di venti bombole nell’adiacente area “la carbonifera” della M.M. Veniva inoltre istituita la fermata “Monumento al Marinaio” del servizio pubblico traghetti interni del porto.

 

Siamo nel 1986, quando anche a causa delle auto “appartate”, con ordinanza sindacale in materia di viabilità e traffico veniva vietato il transito ai veicoli in detto piazzale ostruendone l’accesso ai veicoli con catene dagli archi per i soli veicoli, istallando i pannelli di preavviso, ancora oggi esistenti, ad angolo tra la via Magaldi e la Via Santa Maria del Casale verso il Villaggio dei Pescatori e al termine della via Tito Minniti, inizio della stretta discesa

 

Il piazzale sottostante è privo d’impianti idrici, per questo motivo la struttura monumentale della Marina non è servita di acqua potabile e i giardini del Comune sottostanti irrigati a mezzo di autobotti.

 

Alla fine del 1997 sui piazzali sovrastanti di proprietà comunale vennero realizzate ampie aiuole opportunamente attrezzate e munite d’impianto d’irrigazione.

 

Risale a detto periodo un ampia fenditura di notevole lunghezza, sulla base della terrazza del cannone lato Ovest, con notevole infiltrazione d’acqua piovana, riveniente dal piazzale, al punto da produrre, stante il ritardo d’intervento, il cedimento della parte terminale della terrazza su cui poggia l’ancora della corazzata Austro-Ungarica “Viribus Unitis”, con visibile crepe della muratura in carparo e distacchi delle sovrastanti ringhiere.

 

All’inizi degli anni 2000 la Marina Militare fece i lavori di ripristino, mentre sul piazzale sottostante in allineamento con il confine della proprietà Marina-Comune, iniziarono ad apparire chiazze di acqua rivenienti dalle sovrastanti infiltrazioni.

 

Ora dette, infiltrazioni tendono ad aumentare nella loro portata si da ritenere non interrotta anzi aumentata l’infiltrazione del sovrastante piazzale nel muraglione comunale stante abbonante acqua sorgiva che invade il sottostante piazzale e vi scorre in superficie.

 

Da quanto innanzi la necessità che la Pubblica Amministrazione accerti la provenienza delle abbondanti infiltrazioni, le cui acque emergono in superficie lasciando intravedere la formazione di sottostanti vuoti circoscritti dalle strutture di fondazione e ricolmi d’acqua, per evitare, con il perdurare del fenomeno, danni ai muraglioni di proprietà comunale.

 

Distinti saluti.

 

Comm. Geom. Aldo Indini