…Il pastore …

Sorge in sul primo albore

Move la greggia oltre pel campo, e vede

Greggi, fontane ed erbe;

Poi stanco si riposa in su la sera:

Altro mai non ispera.

(G: Leopardi)

 

 

C‘è un altro pastore, quello elettorale

 

che può essere nazionale, comunale.

 

Le sue pecore sono i suoi fedeli elettori

 

che gli ubbidiscono come supini servitori.

 

Da questi fedeli elettori, a tutti noti,

 

il pastore non munge latte ma sicuri voti,

 

che gli permettono assicurata elezione

 

nei Comuni, alla Camera o alla Regione.

 

Non può nutrire le sue pecore con erba,

 

con ramoscelli, con frutta ancora acerba

 

così come al pascolo fa il vero pastore

 

con le sue pecorelle, già al primo albore.

 

Il falso pastore fa promesse ai suoi votanti:

 

posti di lavoro, disbrigo di pratiche ritardanti,

 

sovvenzioni alle aziende e all’artigianato,

 

scatti di carriera, aumenti al pensionato,

 

ai figli dei votanti facili promozioni,

 

facilitazione dei mutui per le abitazioni,

 

assicurazioni per cancellare multe e sanzioni,

 

agevolazioni per tutte le professioni,

 

agli anziani protesi, occhiali, dentiere,

 

badanti straniere, italiane o nere

 

La differenza tra l’uno e l’altro pastore:

 

il primo produce ricchezza, il secondo è malfattore,

 

che va svuotando i valori della democrazia

 

per interessi suoi, dei parenti e di sua zia.

 

 

Pasquino, giugno 2017