2020/gen - Pipirunnella

  Pipirunnella ha fondato un nuovo partito

 

e del nome “Fratelli d’Italia” l’ha insignito.

 

Io mi chiedo:”Perché  non anche sorelle,

 

piccole, adulte , sposate e anche zitelle,

 

padri, madri , nuore, generi, cognati,

 

nonni, nonne e tutti gli imparentati?”

 

Parla, parla, per occupare la scena

 

con la stessa velocità di un fiume in piena.

 

Elenca senza interruzione i problemi del Paese

 

e li recita come rosario ogni di’ e ogni mese.

 

Per la sua imperizia non sa indicarne la soluzione;

 

è solo una politicante acida e in ebollizione

 

o almeno  per un problema, se non ricordo male,

 

contro gli immigrati  ha suggerito il blocco navale

 

con un schieramento con più di una nave militare,

 

 pronta a sparare sui gommoni da affondare.

 

Tutto ciò per difendere i presunti confini  della Nazione,

 

perché lei non sa che è in atto la globalizzazione.

 

“Fratelli d’Italia” è il nostro inno nazionale,

 

scritto da Mameli  per la lotta risorgimentale,

 

finalizzata a dare agli Italiani uno Stato unitario,

 

democratico, repubblicano e non autoritario,

 

e non come chi, preso da irrefrenabile nostalgia,

 

ha in uggia la libertà, il dialogo e la democrazia.

 

Sacra era la patria per gli uomini del Risorgimento,

 

pronti come i partigiani a morire in un momento.

 

Per Pipirunnella  patria è  cacciare presunti nemici,

 

che si anniderebbero in paesi  europei e amici,

 

ma soprattutto nella martoriata terra africana,

 

da dove partono neri per una meta lontana.

 

Lei non ha lottato per i diritti e non ha memoria,

 

perché non ha autentico senso della Storia.

 

Ma non sarà più ascoltata da chi oggi  l’accoglie,

 

perché chi semina vento, vento raccoglie.

 

Pasquino. gennaio 2020  dicembre 2019.