La “Fontana di Monsignore” è ancora una fonte viva

Comm. Geom. Aldo Indini

Via N. Magaldi n. 1 – 72100 Brindisi                                               Brindisi, li  20 marzo 2013

 

                                                                                              Sig. Sindaco Mimmo Consalese

                                                                                              Palazzo Granafei – Via Duomo

                                                                                              72100                         BRINDISI

 

OGGETTO: La “Fontana di Monsignore” è ancora una fonte viva.

 

            Nelle vicinanze della fontana grande, risalente al periodo romano, ricostruita da Tancredi,   indispensabile abbeveratoio per i cavalli, stante la breve distanza dal termine della Via Appia in prossimità del ponte grande, in un sovrastante giardino, oggi privato, è visibile l’antica “Fontana di Monsignore”già attiva nel XVI secolo, alimentata da vicine sorgenti,  realizzata ad uso irriguo dei bellissimi giardini di proprietà vescovile, finanche cantati in versi latini dal poeta brindisino Nicolò Taccone.

            Nel 1722 data la situazione economica venuta a creare, volendo rendersi conto delle entrate spettanti alla Mensa Arcivescovile, l’Arcivescovo  Paolo De Vilana Perlas fa compilare  dal notaio Giuseppe Matteo Bonavoglia, una Patea di tutte l’entrate, cioè il reddito dell’Arcivescovo riveniente da beni mobili ed immobili e tassazioni.

            In detto documento è riportato: « Il giardino di monsignore è situato fuori dalle mura della città poco distante dal Ponte grande …. Dove c’è la fontana d’acqua dolce che scaturisce dal colle bel accomodata colò suo pilone di recipiente nicchio, cupoletta e frontespizio di marmo con n. 7 tubi d’acqua di bronzo ferrati per darli e levarli a tempo e suo sostegno con l’impronta e stemma di Monsignor Arcivescovo Perlas ristoratore di quella con un condotto dell’istessa acqua sotterranea che per mezzo d’archi cammina a comunicarsi in un recipiente che forma un’altra bella fonte più sotto distante passi venti dalla prima con numero cinque butti d’acqua che si trasformano in un ampio pilone per soddisfazione e delizia dell’aspettatori ed un’altra fonte sotterranea che scaturisce dal colle di detto giardino distante dalla prima passi 50 verso ponente, con abbondanza d’acqua da farsi un vaso ampio e capace per il trabucco a comodo ed uso del giardiniero per irrigare ed innaffiare tutte le piante ….»

Ancora oggi l’acqua sotterranea è di tanta quantità che raggiunge la Via Provinciale San Vito fuoriuscendo sul marciapiede dalla base del muraglione una ventina di metri prima di raggiungere l’antistante fontana grande detta Tancredi, lato ponente.

            Terminati i lavori di restauro e di consolidamento dell’intero complesso del colle della fontana Tancreti,  per un importo pari a €. 280.000,00, inagurato dalla S.V. il 21 Febbraio 2013,  ritenevo gli stessi rientranti ad eliminare l’acquitrino del sovrastante terreno ove insiste l’attiva fontana di Monsignore con le sue sorgenti.

            Divenuti proprietà del demanio statale con l’atto unilaterale del governo Italiano dopo l’occupazione di Roma del 1870, la cui legge emanata il 13 maggio 1871 (guarentigie) respinta dalla Santa Sede con l’enciclica Ubi nos del 13 maggio 1861, divenne di proprietà del Comune in base ai rapporti che vennero regolati con il concordato, Patti lateranensi, dell’ 11 febbraio 1929.

            Il Consiglio Comunale destinò l’area, vita natural-durante, all’On Mario Marino Guadalupi, in seguito acquistata del figlio Avv. Vincenzo Guadalupi, ovviamente non rientrava nella proprietà l’acquisto la monumentale “Fontana di Monsignore” di proprietà comunale, ove sul pantano sovrastante la Fontana Tancreti, posa l’attuale costruzione privata.

 

 

                                                                                              Comm. Geom. Aldo Indini