Il primo stemma

Comm. Geom. Aldo Indini
Via N. Magaldi n. 1 – 72100 Brindisi

 

Brindisi, 18 luglio 2015


Al Sig SINDACO
Dott. Mimmo Consales
72100 BRINDISI


Egr. SINDACO,

Il primo stemma della Città di Brindisi in marmo, a presso riprodotto, con scritta Ad Erculis Columnas, e quello che Ferdinando d’Aragona nel 1496 dispose che venisse posta sovrastante le due colonne, rappresentanti lo stemma di Brindisi, la corona di dignità regale.
Come ci riferisce il Camassa sulla “Romanità di Brindisi”, fu allora scritto il seguente distico:


STEMMA BRUNDUSII
MARMOR GEMINAEQUE COLUMNAE
DOMUS ARAGONIAE CLORIA PRIMA SUMUS


«Noi marmoree colonne gemelle formanti lo stemma di Brindisi siamo la prima gloria della casa d’Aragona»  

 

Detto stemma, sotto il regno di Carlo II venne inserito sulla cortina adiacente la Porta Napoli detta Porta Mesagne, in un periodo successivo, ridotta la porta quasi a un cumulo di macerie dopo i forti temporali del 1925, stava crollando, lo stemma venne rimosso ed accumulato con altri ritrovamenti nel Castello di Terra.

Il sindaco diede disposizione di demolire la porta per salvaguardare l’incolumità dei concittadini ma, quando gli operai incaricati dell’opera si recarono a eseguire la demolizione, si trovarono seduto sotto la porta il famoso storico papa Pascalino Camassa che con la sua inamovibile presenza, seduto su di una sedia, ne salvò la demolizione

Ritrovato lo stemma nel 1972, da parte dell’Amm. Fadda, nel Castello di Terra, sede del Comando Marina Militare, tra un cumolo di reperti, ripulito lo fece murare sul fabbricato del corpo di guardia a vista dalla pubblica strada, ove ancor oggi è visibile.

Se il Sindaco Mimmo Mennitti ha riportato alla verità storica le colonne romane erroneamente ritenute termine della via Appia in quanto rivolte al mare quale termine della navigazione e storicamente innalzate in onore di Ercole, perché la S.V Sindaco non fa trasportare STEMMA BRUNDUSII MARMOR GEMINAEQUE COLUMNAE nella sala del capitello del Palazzo Granafei con la speranza che emerga la verità storica di quel capitello ivi depositato.?

Con stima porge distinti saluti Aldo Indini Cultore di Storia Locale

NOTA
Qual potrebbe essere la verità storica del capitello posto nella sala del Palazzo Granafei ?

Il capitello attualmente posto nell’interno del palazzo Granafei, adorno di dodici figure a mezzo busto, (quattro rappresentano Giove, Nettuno, Giunone e Intride, le altre otto sono Tritoni), è simile ad un ritrovamento presso le Terme di Caracalla a Roma. ed è posto sovrastante la colonna riostruita nel IX secolo, nell’epoca Bizantina con basamento completamente rifatto.

Quello preesistente si ritiene, invece simile al capitello posto sulla colonna data a Lecce, (come apprendiamo da Tommaso Cinosa nel suo manoscritto Compendio istorico della città di Brindisi), era  piatto e composto da quattro cariatidi femminili e principi persiani, provenienza dalla originaria colonna dell’epoca Agustea, il cui basamento ancora oggi intatto.