L'Anatema

Il Santo Glorioso questa colonna la vuole

 

di Aldo Indini.




Dagli  atti  di  concessione  e  ratifica  della colonna del  porto di Brindisi data a Lecce  depositata presso l’Archivio di Stato di Lecce - Sezione Notarile. Atto del Notaio Antonio Maria Gervasi, n. 508, del 15 novembre 1659, foglio n. 363, riportiamo il sesto allegato: L’anatema contro coloro della Congregata Universitate fifelissimae civitatis Brundusij, si oppongono alla consegna della colonna a Lecce.


Lecce - 3 novembre 1659; - D. Domenico di Santo Orontio al Sig. Auditor D. Antonio Caracciolo della fidelissima città di Brindisi.


Al Signor Auditore D. Antonio Caracciolo. Intus. Pax Christi, magnifico Illustre Signore e Patron mio osservatissimo. Caritas Domini sit semper in cordibus amen

Ricevo la carissima di V.S., intendo quanto per la medesima mi dice per la colonna cascata, che S.E. s’è compiaciuta per carità, e devozione del glorioso Santo Oronzo dare l’assenzo, come questi signori della fedelissima città di Brindisi domandavano, e detto assenso, per riponere la statua del glorioso santo, per la grazia ricevuta da tutta la provincia del contagio, come a tutti è noto, credo, che questi signori  di Brindisi  s’hanno mosso,  havendo  avuto  sette  con il  contagio di dentro. Il santo li sarà favorevole Avvocato in cielo con avvenimenti di grazie e benedizioni celesti. Dominus. Per tanto mando l’inclusa carta a V.S. che mi ha scritto S.E. per significare a questi signori la buona volontà, et ardor di divotione, che tiene a detto glorioso santo e non la mando per altro fine, solo, che per la maggior gloria di Dio, e onore del Santo, protestandomi, che nulla da me dipende, perchè sono una vile creatura, e gran peccatore miserabilissimo, ed il più bisognoso di tutto il mondo, et in Domino le dico, che Dio sommo bene, e il Santo glorioso questa colonna la vuole, ed al volere del cielo non si può ricalcitrare, e Dio benedetto il più delle volte è solito dare alcuni castighi all’impensata a chi ricalcitra di fare cosa spirituale, dove ridonda la infinita gloria di Dio e dei suoi santi, e per tanto io non lascerò, mentre vivo tenere a memoria, e nel cuore nell’opera operata, che indegnamente celebro, e nelle mie fredde orazioni pregare sua divina Maestà, e il glorioso santo che dia per sua misericordia, bontà a detta città ed abitanti la sua santissima grazia, e il divino suo amore, e vera carità e unione fra questi signori abitanti di dedestare i difetti, ed i peccati, e camminare per via di virtù in questo esilio, e dopo il regno dei cieli tanto desiderato ed in questa vita  buona salute  spirituale e  corporale, e beni terreni, che N.S. cè lo conceda in sua santa grazia, finisco, umilmente la riverisco, pregando dal cielo il colmo di ogni bene. Gesù sia con voi; Maria, e li santi. Lecce 3 novembre 1659.


                                                                                  Aldo Indini Cultore di Storia locale