Delibera del Consiglio Comunale del 2 novembre 1659 - Sindico Carlo Monticelli Ripa - riguardante Colonna Romana - di A. Indini

La delibera del Consiglio Comunale del 2 novembre 1659 Sindico Carlo Monticelli Ripa, tratta la concessione e relative condizioni della Colonna Romana eretta in onore di Ercole, caduta e donata a Lecce. Delibera inserita nella “Ratificatio cocessiionis columnae pro erigenda statua Sancti Horontij” depositata presso l’Archivio di Stato di Lecce – Sezione Notarile – Atto del Notaio Antonio Maria Gervasi, n. 508 del 15 novembre 1659, foglio n. 363.

 

Die secunda mensis novembris 1659. Brundusij. Congregata Universitate fidelissimae civitatis Brundusij in Regimento generali ad sonum campanae more solito in dominibus magnifici regij Gubernatoris, et cum  praesentia Domini Auditoris D.Antoni Albertini Caracciolo, et Reij Gubernatoris D. Didaci de Gongora etc

 

Propose il Sindico, come in exequutione della conclusione generale in materia delli pezzi della colonna caduta, con i suoi Auditori diedero parte a S.E. di quanto era concluso, et conteneva la protesta di Francesco Ronzana uno dell’Auditori, et questo matino il signor Auditore D. Antonio Caracciolo regio Auditore in questa provincia in presentia del sig. Auditore m’ha consignato publicamente la presente lettera di S.E., che si legge alle SS.VV. però potranno risolvere quello doverà exeguirsi.

 

Et per esso il regimento generale umaniter fu concluso, riassunti e riletti detti voti uno per uno, che in conformità delle due lettere di S.E. si diano al glorioso santo Oronzo i pezzi della colonna caduta, che stanno in terra sotto la medesima colonna in memoria, e ricompensa delle grazie ricevute da detto Santo, per aver preservato tutta la provincia dalla peste, e questa città in particolare;  con condizione espressa e non altrimenti, ne in altro modo, che la città di Lecce, e per essa le persone da essa deputate con speciale mandato ed ampia forma, che prima di muovere detti pezzi, in conformità anche della lettera di S.E. sotto la stessa data del 24 ottobre passato, scritta all’Ill.mo signor Generale Barone d’Amato, esibita dal signor Regio Auditore D. Antonio Albertino Caracciolo originalmente, e letta in esso regimento, si debba obligare di fare  nella prospettiva e facciata della colonna, che si deve erigere nel piedistallo di essa, e frontespizio, l’iscrizione a disposizione e volontà di questa città di Brindisi, e dove viene questa iscrizione, in quella medesima facciata non si possa fare altra iscrizione della città di Lecce, ne di altra persona, né levare né aggiungere, e che detto obligo si debba poi ratificare in Lecce mediante conclusione generale di detta città di Lecce, e qualora si mancasse di osservare le cose predette, se ne dia parte a S.E. anche della presente conclusione con aggiungere nell’obligo predetto  che in caso di contravenzione di ciascuna delle cose predette, detta città di Lecce sia obligata oltre l’arbitrio di S.E. pagare alla Cappella di San Teodoro di questa stessa città, e a quella di Santo Oronzo della chiesa Arcivescovile di questa città di Brindisi ducati diecimila, e per la convalida di dette scrittura, e oblighi in conformità di detta conclusione, la città di Lecce a sue spese facci spedire l’assenzo regio, e intanto non si innovi alcuna cosa  né si diano i pezzi, quali sono di numero otto in terra.

 

Accettate condizioni poste dalla Congregata Universitate fidelissimae civitatis Brundusij con la delibera del 15 novembre 1659, da parte - Litij in Universali palatio congregatis. In esecuzione da quanto previsto dalla ratifica degli atti, sul piedistallo, oggi lato anfiteatro, fu posta la seguente iscrizione che toglie ogni dubbio sull’ origine della colonna facente parte di quelle due erette a Brindisi in onore d’Ercole.

 

«Columnam hanc quam Brundusina civica suam ab Hercule ostentas originim prophano olim ritu in sua erexerant insignia religioso tandem cultu subirci Orontio ut Lapides illi qui ferarum domatore expresserant nuovocaelamine voto et cultu truculentioris pestilentiae nostri triun patorem posteris consignarente ».

Dalla traduzione del Camassa: «Questa colonna che la città di Brindisi, che ostenta le sue origini da Ercole, con profano rito già aveva eretto come sue insegne, finalmente con culto religioso sottopose ad Oronzo affinché queste stesse pietre, che avevano simboleggiato il dominatore delle belve, con nuovo aspetto rito e culto tramandassero ai posteri l trionfatore della truce pestilenza».

 

A Brindisi con calma e con costanza, iniziò la presa in giro dei cittadini nel creare confusione e falsificare la “storia” nel ritenere le Colonne d’Ercole poste al  temine della navigazione  - Colonne Romane poste al termine della Via Appia.

 

Aldo Indini  - Cultore di storia locale