Pubblicato su”EUROMEDITERRANEO” n. 137 del 16 ottobre 2008
CENTRI COMMERCIALI:
HANNO SCONVOLTO LA CITTA’
Brindisi, città d’acqua …. Con il ciambellone
Fino a pochi anni fa si è riusciti a contenere l’assalto delle grandi Società nazionali e internazionali intenzionate a realizzare ipermercati, che risucchiano ricchezze locali per trasferirle altrove, impoverendo, di conseguenza, il territorio.
Purtroppo l’Europa del grande capitale ha elaborato leggi che non guardano alla realtà e agli interessi locali, ma ha sviluppato una politica liberista, causa di danni urbanistici enormi e guasti sociali, già individuati e conosciuti nei decenni passati.
Spettava alla politica vigilare e gestire i vari interessi economici, sociali, urbanistici e ambientali, con norme chiare e ragionevoli, non troppo vincolanti, tali da innescare deroghe e “accordi di programma”, frutto di discrezionalità, spesso contrattata. Con l’”accordo di programma” si creano, infatti, brecce devastanti nella legislazione, si saltano tutte le regole, si smentiscono i vari Piani Regolatori, si ignorano le esigenze pubbliche e private che concorrono nell’uso del territorio
Richard Rogers, architetto inglese nato a Firenze, progettista di molti edifici importanti, tra cui il Tribunale europeo dei diritti dell’uomo a Strasburgo e il terminal dell’aeroporto Barajas di Madrid, ha sempre sostenuto la necessità di progettare con la partecipazione del pubblico, come in Olanda, dove c’è una grande tradizione in questo senso. Rogers è sostenitore dell’idea di proteggere la città tipica italiana e la vivibilità del territorio; riguardo ai centri commerciali periferici è lapidario:
“Lo shopping fuori città ha creato ciò che gli americani chiamano l’effetto DOUGHNUT ossia l’effetto ciambella. La ciambella ha il buco in mezzo e svuota il centro storico mentre tutt’intorno fiorisce una terra di nessuno che distrugge la campagna e disperde il cuore dell’abitato, un vero disastro. Questo in Inghilterra è stato evitato fino al 1986. Successivamente sotto la Thatcher sono stati concessi circa un milione di metri quadrati di centri shopping fuori città e la vitalità di molte cittadine di media grandezza è stata distrutta. I centri shopping sono poco costosi da costruire, il governo paga le strade, il contribuente le infrastrutture. Dopo l’epoca thatcheriana lo stesso governo conservatore ha fermato le concessioni…… C’è una teoria che tali centri sono uno stimolo alla economia, cosa assolutamente falsa”.
L’Università di Yale, negli Stati Uniti, si trova al centro di una città penalizzata dalla costruzione di tre enormi centri shopping, che hanno creato un effetto ciambella.
A Brindisi, come sostiene il presidente della Confcommercio, il dott. Alfredo Malcarne, l’aver lasciato andare avanti il progetto della Carrefour ha stroncatoli mercato locale. Ma poi ci sono il vicino Auchan, Decathlon, Combipel, i vari Gs che stanno svuotando il centro storico, il cui commercio viene vessato dalla chiusura dei corsi, dai parcheggi a pagamento in ogni angolo, dai divieti e limitazioni delle aree pubbliche prospicienti bar e ristoranti. Per rivitalizzare il centro cittadino l’Amministrazione Comunale ha programmato la misteriosa “città d’acqua”, che, alla fine, invece di una ciambella contribuirà a creare un ciambellone.
Vito Maellaro