Pomposita’ ed enfasi  nella relazione di fine mandato al Consorzio ASI - di Prof. Dott. Franco Magno

prof. dott. Francesco Magno

 

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Ai Media

 

Brindisi 18/10/2016

 

 

 

Pomposita’ ed enfasi nella relazione di fine mandato al Consorzio ASI.

 

 

Avrei voluto non intervenire in merito a quanto riportato nella “Relazione” di consuntivo, pomposamente ma, positivamente, consegnata dal Sig. Marcello Rollo nella conferenza stampa di chiusura del proprio mandato; il “positivamente” sta solo per corretta informazione che i politici ed ancor più quelli di professione (ultra trentennale) come Rollo, devono fare, operando per interessi pubblici.

 

Nulla cambia, nel rapporto della “funzione pubblica”, se il politico di professione viene a “gestire” un Ente di primo grado (Comune e Provincia) e quindi elettivo, da un Ente di diritto pubblico economico e quindi non elettivo, ma frutto di accordi politici, come è appunto il Consorzio ASI; quanto sopra per evidenziare che nella corposa relazione manca il 29° punto, quello dedicato alle modalità attuate nell’assunzione del personale e nell’affidamento degli incarichi.

 

E’ sempre la solita solfa! Vale per tutti gli “Enti di diritto pubblico economico” l’arrogarsi il diritto di agevolare i “figli” e buttare a mare i “figliastri”, quelli privi di coperture politiche e magari molto più dotati moralmente e professionalmente.

 

Tornando alla corposa relazione di Marcello Rollo, sulla quale avrò modo di ritornare, al primo punto ed in maniera stucchevole, si riporta la vicenda della perimetrazione” del SIN di Brindisi che, dopo ben 17 anni rimane l’argomento clou di chi, misero di altre argomentazioni, tende sempre alla ricerca del “capro espiatorio” evidenziando l’esiguità di programmare, in 17 anni, uno sviluppo certo ed ambientalmente compatibile della zona industriale.

 

Rollo, al fine di creare una verginità all’ex Consorzio SISRI, afferma che lo stesso Consorzio nulla ha avuto a che fare con le indicazioni che l’allora Comune di Brindisi (1999) ed ai sensi dell’art. 1 comma 4 della L. 426/98, ha fornito al Ministero dell’Ambiente; indicazioni rivenienti da esplicita richiesta d’incontro (nota 21/06/1999–prot. 10284/ARS) dello stesso Ministero ed al quale partecipò anche il Consorzio.

 

Il Ministero chiedeva al Comune un “supporto” di ordine cartografico e tecnico in grado di “perimetrare” il SIN di Brindisi; il Consorzio ha partecipato attivamente alla produzione della documentazione consegnata al Ministero in data 20/10/1999, consegnando l’elenco delle 208 aziende insediate nella zona industriale, di certo non in possesso del Comune; altro che le affermazioni di Rollo. La documentazione consegnata “a mano” al Ministero (3 minuti) e tradotta dallo stesso in “incontro” nel D.M. del 10/01/2000, era costituita da una planimetria colorata e differenziata in: petrolchimico, zona industriale e zona agricola e firmata dal geometra estensore, da me come dirigente e dell’attuale assessore Dott. Salvatore Brigante, allora vice sindaco di un giunta di sinistra; vi era anche una nota tecnica a firma del dirigente (mia) con la spiegazione delle aree di diverso colore e con l’aggiunta, scritta a mano, del “Cillarese”, come da esplicita richiesta del Consorzio; ciò, accettato dal Ministero, pur non essendo il bacino idrico interessato dalla presenza di inquinanti industriali e quindi escluso dalla L. 426/98.

 

Anche sulle competenze del Consorzio il Comune è stato magnanime al punto da introdurlo e non di abdicare, nel 2001-2002 e per mancanza di personale specifico, nelle procedure delle caratterizzazioni; a tal proposito ribadisco che il Consorzio non ha alcuna competenza statutaria ad effettuare le caratterizzazioni chimiche e la bonifica!

 

Personalmente rifarei tutto quanto fatto al solo fine di identificare chimicamente lo stato di contaminazione delle aree perimetrate che, desidero ricordare, erano, sono e saranno coltivate con prodotti che entrano nella catena trofica umana e come tali, ove contaminati, minano la nostra salute e quella dei nostri Concittadini.

 

Certo qualcuno avrebbe voluto che la perimetrazione dell’area SIN fosse stata fatta in maniera concordata ed a “macchia di leopardo”, garantendo gli “uni” a danno degli “altri”, ma per fortuna ciò non è stato ed ha garantito che, con fondi pubblici, si conoscesse il reale stato di contaminazione delle matrici ambientali.

 

Dalla relazione di Rollo si rileva che il Consorzio ha elaborato, come lo stesso afferma “con spirito di servizio”, fra ottobre 2003 e maggio 2004, caratterizzazioni per ben 651 ettari ritrovando solo 79 (e non 72!) punti contaminati; resta il fatto che SOLO dopo 10 anni (2014) il Consorzio è riuscito, con prescrizioni, a rendere utilizzabili solo 106 ettari . Altro che efficacia ed efficienza!

 

Se a ciò si aggiungono i gravi errori fatti dal Consorzio nella caratterizzazione chimica dell’area del Comune, ove alloggiano gli impianti di CDR e di compostaggio, con esclusione dei primi 60 cm. e conseguente mancato utilizzo degli impianti per diversi anni ed al punto che il completamento della caratterizzazione è stata effettuata dalla Nubile a proprie spese, è facile rilevare che l’intervento del Consorzio è stato dannoso; nello specifico ha contribuito ad innalzare la Tassa Rifiuti (TA.RI) agli attuali livelli la contribuzione, proprio per l’impossibilità causata dal Consorzio ad utilizzare l’impianto di CDR e a non permettere alcun tipo di scavo.

 

Ma il Sig. Rollo ed il Consorzio hanno ragione, hanno solo saputo sfruttare l’incapacità dell’apparato burocratico del Comune, subito dopo la restrizione del Sindaco Antonino, di non essere incisivi sugli aspetti ambientali e di demandare a terzi e, nel qual caso al Consorzio, la gran parte dei fondi pubblici destinati alla caratterizzazione di una porzione di territorio, la cui competenza è e rimane del Comune e ciò anche quando vi era il commissario delegato.

 

Infine, è incongruente quanto ostentato da Marcello Rollo circa il favorire lo sviluppo della zona industriale, rispetto all’utilizzo dei 25 M. di euro rivenienti dalla legge di stabilità del 2014; infatti, non ha senso destinare circa 2 Me alle “Analisi di rischio” sito specifiche sui 79 punti di terreno che superano le concentrazioni “soglia di contaminazione”, per le quali ci vorranno non meno di 2-3 anni. Con la stessa cifra si può provvedere, invece e subito, alla “bonifica”, con asportazione delle porzione contaminate, ottenendo (da ARPA) l’immediata liberalizzazione all’uso legittimo dei terreni.

 

A che serve continuare a fare sondaggi, campioni, rilievi, ecc. per definire la “Analisi di Rischio”, quando poi, al di sopra del valore di “Concentrazione di Rischio” di ciascun contaminante, la bonifica con asportazione di terreno andrà fatta lo stesso!!

 

Dimenticavo che ci sono in gioco i costi del Consorzio su: progettazioni, rilievi e compensi amministrativi!

 

Né, in questo connubio di poteri, fra Consorzio e Comune, è sperabile che la proposta della “bonifica” dei soli 79 punti, possa vedere la propria oggettiva e reale concretezza.

 

Su altre interessanti argomentazioni della “Relazione” ed in particolare sulla esplicita volontà di riutilizzare l’inceneritore della “piattaforma”, di proprietà del Consorzio ASI, di certo avranno modo di ritornare tutti coloro che, come me, hanno a cuore la salvaguardia del proprio territorio e della conseguente incolumità sanitaria.

 

prof. dott. Francesco Magno