E' triste vedere sui mezzi pubblici a Brindisi: Lecce Capitale della cultura europea 2019
Era il 26 gennaio 2009, quando il il sindaco Domenico Mennitti ha inviato una lettera al Ministero per i Beni e le Attività culturali e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministero per gli affari esteri, per annunciare la volontà dell’Amministrazione Comunale di candidare Brindisi al riconoscimento di “Capitale Europea della Cultura” con riferimento alla Risoluzione n° 1622/2006CE del Parlamento Europeo per gli anni dal 2007 al 2019.
In particolare Mennitti metteva in evidenza: In questi ultimi anni, infatti, sono stati restituiti alla pubblica fruizione e sono divenuti meta costante di studiosi e visitatori molti beni monumentali della Città, evidenziando una stratificazione storico-culturale che va dall’età greca e romana sino all’architettura contemporanea.
L’Amministrazione Comunale di Brindisi, retta dal Sindaco Mennitti, fa emergere nel suo programma politico un richiamo alla cultura di un popolo così legato alla sua memoria storica.
Per mantenere fede al programma intrapreso, nel settembre 2007 il Sindaco Mennitti, insedia una commissione di studio di illustri docenti in campo nazionale affinché non vi siano più dubbi Sulla collocazione di monumenti nel contesto storico di origine: le colonne terminali della via Appia.
Il risultato fu sconvolgente. Il 12 gennaio 2008 nella conferenza stampa del Sindaco Mennitti, sul risultato della commissione ascoltiamo:
- Le colonne erano il simbolo di una città che si rivolgeva al mare;
- Le colonne non rappresentano il punto terminale della via Appia;
- La colonna che da 500 anni è a Lecce non tornerà a Brindisi;
- Non ne verranno costruite nuove per rimpiazzare la mancante.
Ho sempre sostenuto, nei miei scritti che vi è un vuoto da colmare tra recenti documenti rinvenuti, al fine di accertare le differenti interpretazioni fornite ancora oggi alla cittadinanza. Necessita appurare se dalle nuove fonti emergano dati discordanti, verificare analogie e divergenze. Da una simile ricerca potrebbero riemergere eventi e personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella ricostruzione della storia delle nostra città.
Con una nota inviata al Sindaco Consales in data 8 giugno 2013, facevo presente che per me non è stata una novità quella che la Giunta Municipale il 24 maggio 2013, rinunziava alla Città di Brindisi la candidatura di città europea della cultura, data la possibilità di evitare una brutte figure in campo europeo nel fare emergere una impreparazione storica, nel ritenere invece, giusto, per un buon risultato,evitare, “più candidature per un unico territorio” favorendo così Lecce già capitale del Barocco.
Ciò non toglie la tristezza nel vedere affissa sui mezzi pubblici della storica città di Brindisi: Lecce capitale della cultura europea 2019.
6 agosto 2013
Aldo Indini
Cultore di storia locale