I lavori di riqualificazione del lungomare di Brindisi
5 marzo 2012
Brindisi, la mia città natale, mi ha sorpreso ancora una volta: in negativo!
Lavori di riqualificazione del lungomare: “il salotto buono”.
A ottobre finalmente partono i lavori, siamo tutti carichi di aspettative; una volta completati sarà ancora più bello passeggiare lungo il porto .
Ma a gennaio ahimè si presenta una “sorpresa archeologica”.
Gli Amministratori si sono subito premurati di tranquillizzare la cittadinanza con dichiarazioni del tipo:
“una volta che la Soprintendenza avrà fatto luce sugli scavi l'Amministrazione Comunale deciderà se apportare variazioni al progetto senza far slittare la data di consegna prevista per la fine del 2012”
Di fronte a queste assicurazioni sono rimasto un po' perplesso e sono andato a vedere gli elaborati di progetto (sono pubblicati sul sito web del Comune e vennero posti a base della gara d'appalto).
Ho trovato che:
1) tra gli elaborati manca la relazione archeologica, si trovano invece la relazione decrittiva-architettonica, la relazione illuminotecnica e la relazione agronomica. Le tavole grafiche sono numerose e dettagliate, comprendono perfino i disegni delle tipologie delle panchine ma per quanto riguarda le aree a “rischio archeologico” nessuna tavola.
2) nell'elenco delle categorie dei lavori non vi è traccia di scavi di tipo archeologico, né sono previsti accantonamenti nelle somme a disposizione.
3) il bando di gara non richiedeva alle imprese partecipanti il possesso dei requisiti per l'esecuzione di scavi archeologici: OS 25.
In conclusione, dagli atti ufficiali disponibili, la eventualità che durante gli scavi si potesse presentare qualche ritrovamento tale da condizionare tempi e costi di realizzazione dell'opera sembra non essere stata considerata nel progetto.
Qual'è lo scenario che si presenta ora?
Vorrei tanto sbagliarmi ma, contrariamente a quanto annunciato per rasserenare i cittadini, si dovrà senz'altro variare il progetto e si allungheranno ahimè i tempi di esecuzione.
Mettetevi nei panni dell'Impresa: si trova ora nell'impossibilità di realizzare l'opera che le è stata affidata per cause non sue.
Deve riorganizzare le fasi di lavoro secondo un programma diverso da quello che all'inizio dell'opera aveva prefigurato e su cui ha offerto il ribasso.
Pertanto si lamenterà, magari esagerando un po', per il fatto di dover sostenere maggiori spese generali, mancato ammortamento dei macchinari, fermo cantiere, ritardato utile, ecc., ecc. e presenterà un conto molto salato.
Ma alla fine, presumo, la soluzione verrà trovata: verranno invocate le condizioni di legge che legittimano una perizia di variante e suppletiva con un congruo ampliamento dell'importo contrattuale e dei tempi. L'Impresa sarà risarcita e si va avanti.
Chi paga la maggiore spesa? Lascio a voi cittadini indovinare .
Ma oltre al danno spero tanto che non ci sia anche la beffa: se davvero si vuole realizzare, come è stato ipotizzato, “un percorso archeologico sopraelevato” allora diciamo che vogliamo proprio farci del male perchè l'esperienza del teatro “sospeso” non ci ha insegnato niente.
Ing. Domenico Danese