Al Quotidiano di Brindisi

Ai Media informatici locali

 

Brindisi 28/03/2011

 

NO ALLA RIDUZIONE DELL’UTILIZZO DELLE SPIAGGE!!!



Sentiamo la necessità di essere partecipi al grido d’allarme che viene in merito alla “dinamica delle coste nel territorio brindisino” ed al sostanziale immobilismo che si registra da parte degli Enti.

Solo la tragica morte di un giovane ricercatore, avvenuta nel novembre scorso al piede della falesia di Apani-Torre Giuaceto, ha fatto registrare un interesse da parte della Regione Puglia per il litorale di Brindisi posto da Punta Penne a Torre Guaceto. La regione, infatti, con il proprio nuovo studio sulla criticità delle coste basse pugliesi, legato il Piano della Costa Regionale, ha totalmente modificato il proprio punto di vista in merito all’arretramento della costa che oggi, a differenza del Piano del 2008, viene considerato al “livello massimo di pericolosità”.

Addirittura si è passati dal Piano del 2008 ove alcune spiagge erano considerate in “avanzamento”, al 2010 in cui gran parte del litolare viene vincolato all’utilizzo in quanto interessato da fenomeni di franamento della falesia e compreso fra livelli di pericolosità da massimo ad elevato (da PG3 a PG2); tale attribuzione comporta la necessità di precludere la fruibilità sia della fascia costiera che della parte di monte della falesia.

In particolare lo studio regionale porta ad escludere la fruibilità della costa per una distanza, dal piede della falesia, pari all’altezza stessa della falesia; ciò comporta che alcuni tratti della fascia costiera, non solo non potranno essere fruiti dalla balneazione, ma non potranno essere neppure percorsi a piedi!!!.

In alcuni tratti, infatti, l’altezza della falesia è maggiore della estensione della spiaggia.

Che il territorio costiero di Brindisi nord abbia una propria configurazione morfologica “senile”, tipica da chiusura del ciclo di un continuo arretramento della linea costiera è un aspetto che solo i tecnici possono conoscere ma, l’arretramento di una spiaggia è verificato dalla fruizione che la gente fa del proprio bagnasciuga.

Tutti noi brindisini conosciamo quanti metri di spiaggia abbiamo perso a causa dell’arretramento della linea di costa e, francamente, non siamo stati tutelati dall’amministrazione comunale, con ferme e non tardive opposizioni sia al Piano della Costa del 2008 che a questo recente studio.

 Il Comune di Brindisi si è per caso opposto alla prescrizione dell’utilizzo della spiaggia dovuto alla pericolosità della falesia ???

Lo abbiamo fatto noi, cittadini, partecipando al vivace dibattito tenutosi il 16 marzo scorso presso il salone della Provincia in merito ad un convegno organizzato dalla stessa Provincia in collaborazione con l’Autorità di Bacino della Puglia e che ha visto la partecipazione dei relatori del richiamato studio di Piano; abbiamo chiesto quali fossero stati i criteri oggettivi di prescrizione al divieto di utilizzo e transito della spiaggia per le porzioni di falesia classificate come “livello massimo di pericolosità”.

 Le risposte non sono state affatto esaurienti al punto da giustificare l’ampia area vietata al transito ed alla fruizione. Appare evidente che con i terreni limo-argillosi e sabbiosi che caratterizzano la falesia di Brindisi, ove dovesse verificarsi un crollo, il materiale franato resterebbe al piede della falesia stessa, senza alcun rotolamento a metri di distanza come tentavano di farci intendere; franamento e rotolamento di “massi rocciosi” che, però, non sono presenti sulla nostra falesia!!!

In questo importante convegno, al di là di considerazioni di ordine urbanistico, si è fortemente notata la mancanza degli assessori all’ambiente ed ai lavori pubblici del Comune di Brindisi e ciò perché, sostanzialmente, basta poco per eliminare la pericolosità di una falesia; basta interveniere sulla sua altezza, riducendola in gradoni e permettendo la fruibilità della spiaggia.

Questo semplice intervento non modifica il naturale avanzamento della linea di costa e l’altrettanto arretramento della falesia ma, quanto meno, riduce la pericolosità lasciando inalterate le aree fruibili dal popolo delle spiagge.

Ove dovessero insorgere divieti a danno della cittadinanza e delle strutture di accoglienza turistica, non ci sarebbero giustificazioni plausibili per il Comune di Brindisi.

Inoltre riteniamo che, essendo tali problemi di interesse pubblico, il Comune si faccia promotore della pubblicazione sul proprio sito di tutta la documentazione esistente e prodotta dallo stesso in merito al Piano della Costa. Con ciò e per tempo, noi tutti cittadini, potremmo partecipare alle fasi di “osservazioni” e portare eventuali suggerimenti su quei Piani di intervento regionale che interessano l’intera comunità amministrata ed essere, con ciò, partecipi delle proprie disgrazie e/o gioie.



          Il presidente                                                                        Il coordinatore

prof. dott. Francesco Magno                                                      dott. Alessandro Calò