Gioventù delusa
di Antonio Trono
Un tempo felice tutto
a buon fine si volgea
e lo svolger della
vita sin da fanciullo
si conoscea.
Ognun di Noi già
sapea da qual mestiere
o professione i bisogni
del quotidiano vivere
sostener dovea.
Poi tutto ad un tratto,
grandi opifici sorsero
lungo il territorio
Nazionale e la gran
massa di contadini,
operai vollero diventare.
Un luminoso giorno
in un cielo terso e
splendente,illuminato
da un sol nascente.
per Loro sorgea,dove
nuova e dignitosa
vita a Loro si proponea.
Così vennero tempi
cui tutti i genitori
loro figli a scuola
vollero avviare,
perché “ grandi
professori “,
farli diventare.
Passarono gli anni
in un clima di lavoro
e di silenzio ovattato,
dove le tensioni
sociali venian nascoste
nel più profondo
di un nero fossato.
D’improvviso sorsero
le Brigate Rosse, che
nel chimerico sogno
di una tenebrosa
“egual identità”
morte e distruzione
travolsero l’intera
comunità.
Furono sconfitte,
le loro luttuose
azioni nel regno
del Limbo, per
l’opinion pubblica,
furono relegate.
Mentre dagli” Alti
Studi”,un vasto
stuolo di neo Dottori
e Diplomati di ogni
estrazione sociale,senza
occupazione, le ampie
piazze,ebbero ad
affollar,mugugnando
in cuor Loro il
proprio malcontento.
Le vecchie abitudini
di vita,nel nostro
bel Paese, non si
volle mai abbandonar.
solo i figli dei potenti,
per diritto di nascita,
possono continuar.
Ma gli altri che
sono molti,delusi
e disorientati, a
dipendere
economicamente,
dai genitori sono
costretti a sottostare.
Mai, nei secoli
passati,siffatta
generazione
intellettuale,ebbe
a vivere in cotanta
nevrotica realtà.
Dai politici e dalle
varie pubbliche
3
associazioni,
disillusi,si tengon
lontani, perché san
bene che scarso valore
ha la lor raccomandazion.
Ah! Giovin nipoti
abbandonati,umiliati,
se cambiare il mondo
potrei,sol per Voi lo
farei,tramutarvi l’incerto
futuro e maggior
certezza attribuierei..
Brindisi, 01/11/2009
Antonio TRONO