Terremoto in Emilia Romagna
Nel mese di maggio
quando le rose son
ttte fiorite, anche
l’opulenta e piena
d’orgoglio terra
di Emilia – Romagna.
alle devastanti leggi
della Natura dovette
sottostare.
Un orripilante mostro,
dal prolungato corpo
ricoperto da saettanti
scaglie ferrose,
distruttrici delle uman
cose e dalle fauci
enormi che tutto
vuol divorare, in
attesa, acquattato
sta nel sottosuolo.
D’improvviso, si
erge, scalza ed
in superficie irrompe
e nel suo girovagar,
simultaneo ed
istantaneo, tutto
avvampa, sconquassa,
distrugge ed in
polvere riduce ciò
che l’uomo, nei
secoli, con il sudor,
da terra verso il
cielo volle elevar.
In frazioni d’attimi
e di secondi, chiese
millenarie, edifici
interi, modeste
abitazioni, monumenti
insigni, strade, ponti
e vite umane vengono
distrutti e solo
rovine e corpi senza
vita delle vittime,
restan lì, a testimoniare
il suo repentino transitar.
Ma di quello ch’è
più grave che sto
qui a rimarcar è la
perdita di vite umane
che a malapena si
vuole ricordare.
Ben diciassette
operai, vite spezzate
di uomini e di donne
sono andate distrutte,
della lor pur magra
vita sono state private,
che se l’avessero
ancor vissuta, pur
sempre rimanea
una felice vita
degna da essere
ancora conservata.
Ma la cupidigia e
l’avidità dei padroni
non volle lor
avallar e sol per
il profitto le lor
vite a quello
orribile sotterraneo
mostro volle
donar.
Brindisi, 30 Maggio 2012.
Antonio TRONO