A Melissa e le sue compagne

 

Ore sette e quarantacinque

di una splendente mattinata

di maggio, nella città di

Brindisi, un’allegra e

chiassosa comitiva di giovani

studentesse all’Istituto

Professionale Morvillo-

Falcone, si avvicina.

 

D’improvviso una

esplosione tremenda  ed

un rumore assordante,

irrompe,si espande e

si propaga, nello spazio

circostante e di colpo

il loro esaltante gioir

per la vita, si tramuta

in confusi urli di pianto

e di dolor.

 

Una orrenda e straziante

visione, si presenta agli

occhi, degl’astanti

sbigottiti, che per rispetto

dei sopravvissuti e dei

parenti, non sto qui a

rimembrare.

 

Miseri gambi di petali di

rosa, alla vita appena

sbocciati, sul terreno sono

disseminati, che disumane

menti, per una loro ragione

d’essere, e per un loro

oscuro e malsano  disegno,

hanno voluto stroncar.

 

Di quei poveri corpi

martoriati, sfregiati e

dal fumo anneriti,

la più bella rosa di

maggio, al dio dell’odio,

hanno voluto sacrificare e

tanto sangue di innocenti

giovani versare.

 

Dolce Melissa, sfortunata

nella tragedia Tu sei stata;

innocente, viva e sorridente

fanciulla dal cuor d’oro,

tuttora mi appari, figlia

di tutti Tu sei diventata

e, se nell’animo, dalla

Santa religione, siam

permeati, creatura

Serafica Tu sei divenuta.

 

Delle altre nove vittime,

alcune si sono rialzate,

altre gravi e meno gravi, nei

vicini ospedali, sono state

portate, ma la lotta per la

vita e le Lor corporee

deturpazioni, anche se con

il tempo il dolor mitigherà,

un opaco ricordo, molta

sfiducia e molto timor

nel prossimo, nei Lor

straziati cuori albergherà.

 

Del dolor delle madri e dei

padri, non ho parole di conforto

da Lor donare, ma lascio alla

misericordia di Dio, di conceder

Loro, tutto il bene e la pace che

vorrà dar.

 

Brindisi, 02 giugno 2012.

 

Antonio TRONO