La Madonna di Gallico di pittura a fresco,

che né l'acqua, né il sole, né il gelo erano riusciti a “scancellare”.

 

 

      Quattro anni fa, nel 2007, ho chiesto aiuto al geom. Angelo Punzi, affinchè elaborasse un “fotorendering” della chiesa di Jaddico, così come era in origine, secondo quanto scrive l'Avv. Giuseppe Roma, in “200 PAGINE DI STORIA BRINDISINA nel romito “muro” della B.V. di Jaddico antica”. Il geom. Punzi ha svolto egregiamente il lavoro in maniera gratuita e spassionata per devozione alla Madonna; ha, inoltre, consegnato il lavoro a Padre Innocenzo Parente.

Pubblico solo il “rendering” dell'interno della chiesa.

      Giuseppe Roma, a pag. 55 di detto libro (che possiamo trovare nella Biblioteca provinciale di Brindisi), descrive la chiesa, secondo quanto riporta il “Cabreo della Grancia del S. Sepolcro di questa città di Brindisi pertinente alla Commenda di S. Giovanni di Barletta”, copia del 1777 proveniente da altra del 1747, atto del Notar Landino, manoscritto, in Archivio di Stato di Brindisi.

      “Vi è di appartenenza alla detta Grancia del Santo Sepolcro un'altra Chiesa sotto il titolo della Madonna di Gallico in territorio di questa predetta Città, da circa miglia quattro distante dalla medesima nella pubblica strada per cui si va in Ostuni; la detta Chiesa è lamiata (cioè a volta), di una mediocre grandezza, con tre Altari e cisterna dentro l'istessa Chiesa ….........

      “Nel Primo Altare vi è il quadro della Madonna di Gallico di pittura a fresco (affresco) con cristallo e cornice vecchia sopra di cui vi è la testa della stessa Madonna scolpita in Pietra, con cornice mezza indorata, un sgabello vecchio, il recinto dell'Altare di tavole vecchie con un pezzo di legno dove si appende la lampada.

      “Nel Secondo Altare vi è il Quadro del SS. Crocefisso con due altre Immagini vecchie, due gradini di tavola vecchia, un sgabello vecchio, la fonte di pietra per acquasanta.

      “Nel Terzo Altare vi è la menza (mensola) con l'immagine di Sant'Eligio.

      Nella foto d'apertura vediamo i tre altari, non esattamente come ci vengono descritti dalle ricerche condotte dall'avv. Roma, perchè il lavoro era stato momentaneamente fermato a livello di bozza di esecuzione. Che “detta Chiesa è lamiata”, la notizia ci arriva dalle pagine dell'autore del libro, ma riusciamo anche a verificarlo ancor oggi da noi, perchè uno dei pilastri che regge la volta, è ben visibile e si trova di lato all'affresco. Quella con gli altari è una delle due, o secondo me tre stanze (come si usa dire: una dentro l'altra), che formano l'antica chiesa di Jaddico (di mediocre grandezza).

Chi volesse farsi l'idea di una chiesa composta da più stanze con le volte a stella, può visitare la chiesa del SS. Crocifisso che è in Mesagne, e della quale per farcene una idea, riportiamo la foto.

     Vi propongo uno scorcio di pagina, dove l'autore del libro ci parla di questo “misterioso” muro, la cui immagine della Madonna, su di esso affrescata, come lui dice, lo aveva tenuto in piedi.

Giuseppe Roma usa un linguaggio che mi affascina:

      Era questo, ancora nel 1963, il “misterioso” muro di “Jaddico”. Del quale tutti in campagna dicevano con raccolto rispetto. E che nessuno sapeva ché fosse, ché stato, ché quando. Ma soltanto che era là, e così, a perdita di memoria, e nient'altro. Il poco rimasto di una chiesa dirùta? Una cappella votiva? Un'edicola viaria? Un molto, un poco, un niente? Nessuno sapeva dirlo.

      E questa era, com'è tutt'ora, sibbene restituito ad altare, “il quadro della Madonna di Gàllico di pittura a fresco” (affresco), del quale si diceva che chissà quanti secoli di pioggia battente aveva flagellato, e quanti lugli ed agosti di solleone ne aveva cotto la malta e le pietre. E che né l'acqua, né il sole né il gelo erano riusciti a “scancellare”. E che questa immagine della Madonna, era, che aveva tenuto in piedi, e solo in quel punto, quel mozzicone di muro dell'antica costruzione che, in tutto il resto, era invece ruinata e scomparsa.

In un'altra pagina, invece, nelle parole di Giuseppe Roma, traspare l'umiltà dell'uomo, il quale non rende assoluto il suo libro, perchè dice chiaramente che lui getta le basi della ricerca e che altri potranno proseguire e finire questo lavoro:

      Che cos'era? Una chiesa, una cappella, un'edicola viaria? A qual secolo rimanta? A chi si apparteneva? Perchè Gallico o Iaddico?

      Io comincio. Altri proseguirà. Altri finiranno.

      Non importa se oggi, o domani, o fra quanto chissà.

      Anche per quel che mi riguarda spero che questo inizio di lavoro sia di suggerimento e di spunto a chiunque altro voglia continuarlo, e come il Roma dice: “non importa se oggi, o domani, o fra quanto chissà”.

 

                                                                                                                                          tonino