Pellegrinaggio a piedi al Santuario di Santa Maria Madre della Chiesa di Jaddico del 27 settembre 2010

     Durante la mattinata, a più riprese, qualche spruzzo d’acqua, se pure alternato a schiarite, quanto basta a far pensare che avremmo potuto avere un pomeriggio piovoso, ma per fortuna così non è stato.

Questa cosa, però, non ci impensierisce più di tanto, perché è ormai consolidato che il pellegrinaggio a piedi per Jaddico si fa con ogni condizione di tempo.

     Il Signore ha proprio voluto fossimo in tanti a testimoniare il nostro amore per Lui.

Più di 100 persone, ma tante di più, lungo il percorso cittadino, e fino a Jaddico. Hanno cantato e lo hanno lodato, mettendo nelle mani di Maria un proprio familiare, un amico, una situazione, una persona a loro cara. Se stesse.

     Quando, in anni passati, mi è capitato di leggere la storia del Santuario di Jaddico, non mi sono sfuggite le parole dell’evangelista (Mt 7, 15-20), in cui si legge che l’albero si riconosce dai suoi frutti.

A Jaddico i frutti sono stati ottimi, e si vedono.

Anche in questo pellegrinaggio vedo un albero, e in quell’albero vedo Dio. I frutti di quell’albero sono tutti quei pellegrini che in preghiera vogliono raggiungere la metà, che per il momento, su questa terra, è il nostro Santuario, dove la Madonna col Bambino ci aspetta.

     Il pellegrinaggio è simbolo del cammino verso il regno dei cieli, ma per noi è anche simbolo della Chiesa Sinodale, dietro il buon Pastore.

In questa giornata lo Spirito del Signore ha soffiato e ci ha mandato un sacerdote, don Paolo Nacci, che, unito al gruppo dei pellegrini, a chiusura del corteo, ha confessato per tutto il tragitto.

     Qualcuno mi ha fatto notare un brano dell’Antico Testamento, un brano del quale ignoravo i particolari.

Quando il popolo d’Israele (Es. 13, 21 ; Es. 14, 19) parte dall’Egitto, l’Angelo del Signore lo precedeva insieme alla colonna di nube, per guidarlo nel cammino, e, quando fu il momento in cui si doveva passare attraverso il mar Rosso, l’Angelo e la nube si spostarono dietro, per proteggere il popolo d’Israele dai nemici.

Anche noi nel pellegrinaggio terreno abbiamo la nube, simbolo della Chiesa e quindi dei Pastori, che ci indicano la via con la predicazione; (Mc 16,7) tutto questo lo abbiamo vissuto al Santuario di Jaddico, dove ci attendevano i sacerdoti per predicarci la parola di Dio.

La nube che ci seguiva e ci proteggeva lungo il cammino, invece, era costituita dal sacerdote, che amministrava il sacramento della Confessione, (Gv. 20,23) che ci avrebbe consentito di accostarci alla Comunione, al Santuario della luce e della fede.

     Ci piacerebbe fermarci sotto la “nube” per riassaporare, nella gratitudine, la freschezza dell’ombra di Dio.

     Abbiamo pregato per Padre Innocenzo, in questo momento presso l’ospedale di Bari.

Per Sofia che ha cinque mesi. I suoi genitori e i suoi nonni sono preoccupati per la sua salute.

Ma tante sono state le richieste di intercessione, rivolte alla Madonna e conservate in segreto nel cuore di ognuno, consapevoli del fatto che, come ha detto il Signore, quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avrete fatto a me.

 

u.p.

 

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