Non è una foto nitida, non è una bella foto, ma la proponiamo giusto per dare l'idea del tempo che ci ha accompagnato lungo il pellegrinaggio. Le previsioni avevano già annunciato una giornata di forte perturbazione, ma oltre 50 persone coraggiose hanno sfidato la pioggia battente che già dal mattino ha flagellato la città.

 



L'impegno di Teodoro nella costruzione del Santuario

 

      Tempo fa leggevo la riflessione di un sacerdote, del quale non ricordo più il nome: ”Quando Dio chiede qualcosa è sempre l'impossibile, perché se fosse possibile lo avremmo già fatto senza di Lui. Ovvio! Se fosse possibile lo avresti già fatto tu. E invece è “impossibile”, ma solo se ti fidi di Lui sarà possibile realizzarlo. Ti chiede di coinvolgerti, di mettere a disposizione la tua vita. Non ciò che sai, non ciò che pensi, non le tue idee, ma di seguire le sue richieste e muoverti per qualcosa che ancora non sai.”

Alla luce di queste parole penso a Teodoro e alla spontaneità con cui lui ha risposto alla richiesta della Madonna perché venisse realizzata una Chiesa.

Due sogni fatti da Teodoro:

- 30 agosto 1962: Un gran temporale, tanta pioggia, al punto che Teodoro, che in quel momento si trova a Jaddico, si ripara sotto il muro. Subito dopo vede passare un Cardinale su di un cavallo bianco il quale, dopo aver salutato la Madonna con l’appellativo di Maria Assunta, Le dice: “L’altra volta fui io a costruirti la chiesa, questa volta invece sono di passaggio e non posso costruirtela.”

- 6 settembre 1962: Teodoro va a fare una visita alla Madonna e appena arrivato vede che Lei lo attende nella stradetta che si presenta rotta e piena di spine. La Madonna gli dice: “Figlio mio, ho tanto freddo, ho bisogno di essere coperta.”

La Madonna non poteva essere più chiara di così: voleva una chiesa.

Costruire una chiesa era una decisione importante da prendere.

Questa decisione che già era nella mente di Teodoro, avrebbe coinvolto l'intera famiglia dal punto di vista economico.

Teodoro già pensa di vendere una proprietà, perchè non dispone dei soldi necessari.

Quando ne parla con la moglie Giuseppina, lei lo incoraggia affinchè si possa portare avanti questo progetto: “Abbiamo sposato due figlie, facciamo finta che ne dobbiamo sposare una terza!” questo gli disse.

Presto viene dato l'incarico al geometra Iaia di Brindisi perché venga realizzato il progetto da far approvare dagli organi competenti. In brevissimo tempo, sotto gli occhi attenti di Teodoro, si da inizio ai lavori e la costruzione del Santuario procede senza sosta.

Negli appunti ancora inediti del prof. Alberto Del Sordo leggiamo: “La febbre di Teodoro D'Amici, nel volere costruire una cappella a protezione del rudere recante l'affresco della Madonna con il Bambino Gesù che con la destra benedice, avrebbe fatto scoppiare qualsiasi termometro.”

Ancora un sogno:

- 18 gennaio 1963: Teodoro sogna di recarsi a Jaddico con la sua macchina, alle dieci del mattino.

Lungo la strada, al rione Paradiso, vede una signora che a piedi percorre la strada nella sua stessa direzione. La supera e la osserva attraverso lo specchio retrovisore, a questo punto si ferma e la aspetta per chiederle se avesse bisogno di un passaggio. La signora accetta e si siede al suo fianco.

Lungo la strada la signora dice a Teodoro: “Sai figlio mio, da questa parte stanno costruendo una casa per me”. E Teodoro: “Stia attenta con i muratori, perchè spesso ci fanno delle belle sorprese!” La signora ribatte: “La persona che mi sta facendo la casa è una brava persona, segue sempre da vicino tutti i lavori”. Teodoro le racconta che anche lui, da quelle parti, sta costruendo. Si tratta di una chiesa e le dice: “Speriamo che la Madonna mi dia la forza e la possibilità di finirla”. E la signora appoggiandogli la mano sulla spalla: “Non ti preoccupare figlio mio, tu credi che la Madonna non ti aiuterà?, ovunque andrai ti proteggerà, ed il suo aiuto non ti mancherà mai”. Arrivati al bivio, Teodoro ferma la macchina e le dice: “Io vado giù per questa stradetta, vuole scendere qui?” La signora risponde che avrebbe proseguito con lui. Arrivati vicino al muro di Jaddico, Teodoro scende dalla macchina e, quando apre lo sportello del passeggero, con grande sorpresa si accorge che la Signora non c’è più. Era sparita.

Intanto molte persone, vedendo che i lavori vanno avanti, vogliono collaborare anche dal punto di vista economico, ma Teodoro respinge con decisione ogni tentativo. Il cugino di Teodoro, Salvatore D'Amici, fa arrivare a Jaddico un camion pieno di tufi, ma Teodoro li rifiuta.

“La Madonna ha chiesto a me di costruirle una casa,” queste le parole di Teodoro, con le quali ha manifestato l'intenzione di costruire la chiesa fino al completamento del rustico.

Tutti notano l'impazienza di Teodoro nel vedere realizzata l'opera che va avanti alacremente perché, non scordiamocelo, c'è Dio, il grande regista, che a Jaddico opera attraverso la Madonna.

Teodoro vuole darsi da fare più in fretta che si può, e dedica a Jaddico tutto il tempo in cui è libero dagli impegni di lavoro.

Ancora una volta la Madonna gli ha rinnovato la richiesta con un sogno del 30 settembre dello stesso anno, con il quale gli ricorda di trovarsi esposta alle intemperie. Poi gli chiede aiuto e gli fa vedere il muro pericolante e a rischio di crollo. Quando Teodoro va a Jaddico nota che il muro è lesionato. Immediatamente si consiglia con il geometra e, senza perdere tempo, fa realizzare sul fianco del muro una trave con la quale lo imbraca, evitando così il rischio di un crollo.

Ma gli sforzi e l'interessamento di Teodoro non sono indirizzati solo per la costruzione del Santuario. Si deve anche pensare a colmare quello che diventerà il piazzale che sta davanti all'ingresso del Santuario. Questo si presentava con un vuoto profondo da tre a quattro metri, che si spingeva in larghezza fino a qualche metro dal margine della strada litoranea (l'attuale complanare più vicina al Santuario) ed in lunghezza per una cinquantina di metri. Il terreno oggi destinato a piazzale, che è stato donato dal dott. Anselmo Camicia, viene colmato con terra di riporto, grazie all'impiego di centinaia e centinaia di autocarri.

In tutto questo tempo la Madonna è al fianco di Teodoro. A lui appare in sogno e gli parla, a lui si manifesta attraverso la sua luce, a lui si è anche manifestata dietro il muro, attraverso la sua persona e gli ha parlato, a lui si manifesta attraverso il suo profumo.

Di profumo è inondato anche Teodoro, ci dice Carla Codutti, moglie di Ugo Consales. “Un pomeriggio d'inverno, sono le 16.00 circa, andiamo a Jaddico io e mio marito. Appena arrivati vediamo la macchina di Teodoro, ma lui non c'e. Pian piano ci siamo avvicinati alla baracca di legno, dentro la quale ci riparavamo la sera tardi quando si andava a Jaddico per pregare, e lui è li dentro, seduto. Non ci ha sentiti arrivare e non si aspetta di vederci. Ha nelle mani due portalumi di ottone di quelli che si appendono, dentro i quali si mettono i ceri, e li sta pulendo. E’ come imbambolato, è in trans. E’ inondato di profumo. Non vi sono fiori e non c'è relazione tra i fiori e il profumo che abbiamo sentito noi. Tutta la capannina è inondata di profumo. Quando poi ci ha parlato, dalla sua bocca usciva il profumo. Quel profumo è lo stesso che ho sentito durante le illuminazioni del muro, lo riconoscerei ancora, fra tanti.”

Abbiamo parlato sempre e solo di Teodoro, ma non dobbiamo assolutamente scordarci di chi con Teodoro ha collaborato alla costruzione del Santuario, perchè la Madonna conosceva i suoi limiti. La Madonna sapeva che qualcuno doveva sostenerlo ed aiutarlo per chiedere le varie autorizzazioni, per i contatti con le autorità civili e religiose, per i mille problemi da risolvere. La Madonna ha fatto in modo che queste persone, che a Teodoro si sono strette intorno, fossero più forti degli inciampi che avrebbero incontrato sulla loro strada e delle difficoltà insorgenti ad ogni piè sospinto, perché dovevano dare alla Madre celeste, che ne aveva fatto esplicita richiesta, una casa.

I loro nomi: Mario Consales – Ugo Consales - Antonio Consales – Alberto Del Sordo – Calcedonio De Marco - Francesco De Marco – Cosimo Lagatta - Armido Liberati – Cosimo Melacca - Cosimo Rescio - Rino Rescio - Cosimo Stasi – Vittorio Stasi.

Queste persone, ormai in Paradiso, si facevano però chiamare con un solo nome: “Servi della Madonna.”

Alcuni giorni dopo aver scritto queste righe, ho ripreso in mano questa pagina e nel rileggerle mi sono soffermato sul fatto che la Madonna nel rivolgersi a Teodoro lo chiama sempre “figlio mio.” Penso che quegli uomini, che per primi a Jaddico hanno pregato, non potevano dare titolo migliore a questo Santuario quando hanno deciso di dedicarlo a Maria Madre della Chiesa.