Il nostro pellegrinaggio si apre con la Croce, portata a spalla da due persone che si alternano lungo il percorso. A partire da questo mese anche una Croce chiude il pellegrinaggio di chi a Jaddico va.

Quella Croce è Tonino Armenio che è venuto a mancare pochi mesi fa. Era destinata a lui, per indicare il luogo della sua sepoltura. In questo modo ci accompagnerà da lassù, stando in coda a tutti i pellegrini del 27 di ogni mese.

 

Da "La Gazzetta del Mezzogiorno"

 

 

CINQUE AUTOTRENI DI MATERIALE SONO GIA' SUL POSTO

 

PER RICOSTRUIRE LA CHIESA DI JADDICO IL VIGILE D'AMICI NON VUOLE AIUTI

 

Il progetto, opera di un geometra della Riforma, prevede la conservazione del rudere con l'affresco della Vergine.

 

Brindisi, 8 novembre 1962

 

      Teodoro D'Amici, il vigile urbano brindisino che nei primi giorni del mese scorso fece parlare di se per via di certi fatti sovrannaturali ai quali avrebbe assistito, torna oggi alla ribalta della notorietà.

      Esattamente la notte scorsa, il D'Amici sarebbe stato ancora una volta testimone di un altro di questi fatti. E' chiaro che si tratta di una vicenda veramente sconcertante, che ha diviso quanti se ne sono interessati in due parti nettamente contrapposte: chi in favore dell'attendibilità di tali fatti, chi invece per un fenomeno di autosuggestione.

       Da parte nostra tuttavia ci limitiamo a riferire i fatti.

      Come si ricorderà, il D'Amici – che, in effetti, ha sempre evitato di parlare direttamente di questi fatti – ebbe la “visione” della Madonna già a metà del mese di agosto e, successivamente, all'inizio dell'ottobre scorso. Ne abbiamo parlato diffusamente. Luogo della vicenda: il rudere della vecchia e quasi ignorata chiesetta di Jaddico, a cinque chilometri e mezzo da Brindisi, sulla strada litorale per Egnazia e Monopoli.

      Dicevamo che c'è chi crede ciecamente nella attendibilità dei fatti, pur inspiegabili, ai quali il D'Amici avrebbe assistito. E non si tratta, in realtà, dei soliti parenti e amici intimi del vigile urbano; ma si tratta di persone appartenenti ai più diversi ceti, che per pura curiosità si erano interessati alla singolare vicenda.

      Ebbene, oggi c'è qualche persona in più da parte di coloro che “credono”. Sono una decina di persone che la notte scorsa, verso la mezzanotte, si sono trovate anche esse nei pressi della chiesa di Jaddico, quando il fenomeno della soprannaturale illuminazioone del rudere si sarebbe verificato. Per la seconda volta, l'immagine della Vergine sarebbe apparsa al D'Amici (ma solo a lui) e per la seconda volta gli avrebbe rivolto la parola. Che si stesse per giungere a qualcosa del genere, Teodoro D'Amici “lo sentiva” già da qualche giorno. Lo aveva detto alla moglie e alla figlia e lo aveva chiaramente dimostrato con un comportamento che sapeva di presagio.

      Tra le dieci persone che la notte scorsa erano con il D'Amici era anche un assessore comunale. Noi lo abbiamo saputo solo oggi e naturalmente ci siamo affrettati a cercare il singolare protagonista di questa sconcertante vicenda. Siamo riusciti a trovarlo, ma, come già altre volte, non siamo riusciti a farlo parlare, per avere dalla sua viva voce il vero racconto dei fatti.

      Siamo riusciti però ad ottenere di pubblicare una parte del progetto che Teodoro D'Amici ha fatto elaborare dal geometra Giuseppe Mele, un funzionario dell'Ente Riforma che ha prestato gratuitamente la sua opera, collaborando anche – unitamente ad altri funzionari dello stesso Ente – alla più sollecita realizzazione del progetto.

      La nuova chiesa di Jaddico sarà quindi costruita nel più breve tempo possibile e, a tal proposito, sul luogo sono stati trasportati già cinque autotreni di materiale. Il tutto a spese del solo Teodoro D'Amici, il quale non ha voluto e non vuole accettare offerte da parte di chicchessia per realizzare la “sua” chiesa. Non si preoccupa del costo. E' l'unica cosa della quale parla con facilità e quasi con gioia: “ce la farò sicuramente, non so come, ma ce la farò. Mi ha detto: costruiscila presto, perchè ho freddo”!

      Il progetto della nuova chiesa, dalle linee veramente essenziali, prevede la conservazione dell'attuale rudere, che farà da sfondo all'altare. Lo stesso progetto è stato già approvato sia dagli organi tecnici comunali che dalla Curia, la quale ultima, comunque, mantiene il più assoluto riserbo su tutta la vicenda.

 

                                                                                                                                  f.to E. G. Potì