Non c’è più vergogna - di prof. Pasquino

C’era una volta l’emozione vergogna,

 

ma quel tempo oggi più non torna.

 

Essa provocava sulle gote un rossore,

 

che non scompariva se non dopo ore.

 

Un forte senso di colpa allora subentrava

 

e la disistima di sé subito incalzava.

 

Oggi non c’è più vergogna per l’oscenità,

 

per la corruzione e per la disonestà.

 

E’ venuta meno la propria dignità;

 

si è verificata l’alienata estraneità.

 

E’ meritevole ed applaudita la sfrontatezza,

 

come la strafottenza e la spudoratezza.

 

Non ci si vergogna della propria volgarità

 

per le parolacce pronunciate in libertà.

 

Non si vergogna l’incallito corruttore;

 

non ha più senso la parola “onore”.

 

Non si vergogna il corrotto pubblico o privato,

 

raramente dalle sue mansioni allontanato.

 

Né il Sindaco che favorisce i suoi compari,

 

facendo spazio ad incompetenti senza pari,

 

che fa dei voti elettorali il mercante

 

e che dalla cultura e dalla legalità è latitante.

 

Né si vergogna il deputato nazionale,

 

a cui il bene comune non proprio cale,

 

a cui non interessa “essere” ma “avere”

 

e rafforzare con mezzi illeciti il suo potere.

 

Pasquino, novembre 2017