E io pago - di prof. Pasquino

Vi era il clientelismo nella Roma Imperiale;

 

il patrizio per i suoi clientes era uomo esemplare.

 

Essi erano persone alle dipendenze di un privato

 

e neanche un sesterzio era pagato dallo Stato.

 

Al patrizio fornivano vari servizi con lealtà sicura,

 

per le cariche ne sostenevano la candidatura.

 

Oggi il clientelismo è sempre più frequente,

 

ma si attua quasi sempre assai diversamente.

I politicanti eletti per i seggi comunali

 

e spesso anche per quelli regionali,

 

per foraggiare le loro clientele masse,

 

attingono denaro dalle pubbliche casse.

 

Infatti ogni giorno c’è una processione

 

di postulanti nel Comune o nella Regione.

 

Così l’erario pubblico erario si rimpicciolisce

 

e l’area dei servizi certamente ne patisce:

 

mancati investimenti, strade dissestate,

 

iniziative utili soppresse, scuole non riscaldate,

 

edifici pubblici senza alcuna manutenzione

 

e che rischiano l’usura o la distruzione.

 

Intanto per il debito sempre crescente

 

il fallimento appare a tutti imminente.

 

I cittadini, che pagato hanno le tasse,

 

per mettere al sicuro le pubbliche casse,

 

grideranno come in una commedia di svago

 

di Totò contro gli sprechi “E io pago”.

 

Pasquino, 2018